Cultura e Spettacoli

"Totò, l'ultimo sipario": un Antonio De Curtis inedito nel libro di Bagnati

Il giornalista e scrittore palermitano racconta un aspetto poco conosciuto del principe della risata: la sua ultima tournée, interrotta a Palermo perché divenne cieco. Tra gag e retroscena sinora mai rivelati

Scrivere un libro su Totò non è facile. Perché ce ne sono tanti, perché tanti ne hanno scritto, perché sembra impossibile trovare, su un personaggio arcinoto come Antonio De Curtis, il principe della risata, su cui si è detto tutto e di tutto, qualcosa di nuovo. Eppure l'impresa è riuscita a Giuseppe Bagnati, giornalista e scrittore palermitano, cronista sportivo per professione - è stato tra l'altro viceredattore capo della redazione romana della Gazzetta dello Sport - ma fan di Totò da sempre. Tanto fan da sviscerare, col fiuto del giornalista d'inchiesta, un episodio mai scavato in maniera approfondita della vita di Totò: l'ultima tournée teatrale, «A prescindere», interrotta il 5 maggio del 1957 a Palermo, la città, ironia della sorte, che aveva dato i natali alla madre di Totò, Anna Clemente.
«Totò, l'ultimo sipario», il titolo del libro (Nuova Ipsa editore, 120 pagine, prefazione di Gianni Riotta), una chicca per gli appassionati e non solo. Bagnati prende le mosse, come racconta sul sito www.antoniodecurtis.com, da Palermo, dalla recita fatidica - il 3 maggio del 1957, anche se poi Totò salì sul palco, con fatica, anche il 4 e il 5 maggio - in cui Totò divenne cieco in scena, al teatro Politeama. Da qui la ricostruzione, attraverso giornali dell'epoca e interviste ai testimoni, di quell'ultima tournée. Determinante, racconta ancora Bagnati, l'incontro con l'oculista palermitano Giuseppe Cascio, il medico che certificò la malattia agli occhi di Antonio De Curtis (che è stata anche oggetto di una tesi di laurea) facendogli interrompere, di fatto, il tour nei teatri, ripreso nel '56 dopo sette anni di stop. E poi i racconti dei protagonisti di quello spettacolo: Franca Faldini, Franca Gandolfi, la moglie di Domenico Modugno, Mario Di Gilio, l'imitatore preferito di Totò. E pure un giovane Lando Buzzanca, all'epoca spettatore in loggione. C'è anche la testimonianza di Liliana De Curtis, che parla di Anna Clemente, la madre di Totò, palermitana. E poi ci sono anche i retroscena e le polemiche legate alla malattia agli occhi del principe della risata (gli impresari trascinarono Totò in tribunale chiedendogli i danni),con un inedito tentativo di corruzione subìto e rifiutato dal professor Cascio.

A corredo del racconto, gli scatti a teatro e a Villa Igiea del fotografo palermitano Gigi Petyx.

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