Weegee, l'omicidio è un'opera d'arte

Oltre 100 immagini del fotografo di "nera" passato alla storia per i suoi crudi ritratti della mala anni Trenta

Weegee, l'omicidio è un'opera d'arte

Omicidi della malavita, orrendi incidenti stradali, devastanti incendi di caseggiati popolari sono i principali soggetti di Weegee (1899-1968) nella sua attività di fotoreporter freelance a metà degli anni '30. Queste fotografie drammatiche, a volte sensazionalistiche, di crimini e fatti di cronaca di New York mutarono radicalmente l'immagine del giornalismo da tabloid anteguerra. Dal 1936 al 1947 si dedicò al reportage giornalistico di basso profilo culturale creando alcune delle più straordinarie foto documentaristiche dell'epoca e dipingendo un ritratto unico della città di New York in continuo mutamento.

La mostra Murder Is My Business si focalizza sulla violenza urbana e la vita nelle strade al centro della prima produzione artistica di Weegee. La sua carriera in ascesa come fotoreporter negli anni '30 coincise con la fine della Depressione, l'abrogazione del Proibizionismo, e un giro di vite da parte del governo nei confronti del crimine organizzato. Tra le conseguenze di tale mutamento delle circostanze storiche vi fu un'escalation degli omicidi e di altri reati violenti. E Weegee intendeva fotografarli tutti. Lavorando di notte, si specializzò nelle foto col flash, un nuovo approccio che produceva immagini realistiche dai forti contrasti che egli spesso sfruttava per ritrarre le reazioni sbigottite dei testimoni di fronte ai drammatici avvenimenti e alle tragiche morti. Weegee si definiva il «fotografo personale della Murder Inc.», riferendosi alla famigerata e abile gang di sicari professionisti che all'epoca lavorava per la Mafia, e sosteneva di essersi occupato di 5.000 omicidi, un numero forse esagerato, ma di poco.

Le foto di Weegee erano destinate a quotidiani, tabloid e supporti altrettanto temporanei, ma egli espose le sue foto anche in altre sedi: dalle pagine di giornale appese a rotazione nel suo studio, a due mostre presso la Photo League nel 1941 da lui stesso curate, e persino qualche collettiva presso il Museum of Modern Art. Negli anni '40 le sue immagini e suoi scritti per il quotidiano PM - un calderone giornalistico di stampo progressista che non accettava pubblicità e incoraggiava la fotografia innovatrice - e nel suo libro fotografico di enorme successo del 1945, Naked City, trovarono un pubblico molto recettivo.

La mostra propone una parziale riproduzione di queste sedi a testimonianza del contesto originario in cui la documentazione fotografica di Weegee della città di New York fu concepita, distribuita e vissuta dal pubblico dell'epoca.

*Capo Curatore, International Center of Photography, New York

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