Cunego, il ritorno del Piccolo Principe

Pier Augusto Stagi

da Liegi

Comparso da un mondo fantastico, due anni fa vinse un Giro da favola e per incanto fu subito per tutti «il Piccolo Principe». Poi, come spesso accade, le favole diventano storie e le storie non sempre sono solo rose e fiori. Incominciano i problemi, affiorano i primi dolori e le prime delusioni. Anno difficile, il 2005. Poche vittorie, e tanti piccoli grandi problemi. La squadra divisa in due che punta su lui e su Simoni (mai coabitazione poteva essere più difficile) e poi la mononucleosi che lo abbatte proprio alla vigilia del suo Giro. «Ma adesso sto bene – dice Damiano Cunego, tornato a sorridere e a sognare in grande -. Non vedo l’ora di cominciare questo Giro, non vedo l’ora di rimettermi alla prova. Ho voglia di ricominciare da dove avevo terminato: qui al Giro sono nato; qui al Giro ho dovuto patire l’anno scorso la mia più grande delusione; qui al Giro voglio dimostrare soprattutto a me stesso di essere tornato quello di prima».
Sorride Damiano. Sorride e sobbalza dalla sedia come se la sua energia fosse sul punto di esplodere. Ha voglia di far bene, e si vede: sprizza energia e positività da ogni poro. «Ho trascorso un buon inverno, ho svolto un’ottima preparazione. Sono tornato a vincere, e la cosa è importante. Mi sono misurato alla vigilia di questo Giro proprio qui, alla Liegi-Bastogne-Liegi, e al cospetto dei migliori corridori del mondo ho rimediato un terzo posto alle spalle di Valverde e Bettini che per me significa molto, soprattutto alla luce proprio di questo Giro d’Italia».
Un Giro duro, infarcito di montagne, ma per lui troppo carico di chilometri contro il tempo, dove quasi sicuramente dovrà pagare dazio. «Lo so, nelle cronometro individuali e nella cronosquadre dovrò pagare qualcosa, e francamente non sarà facile recuperare il tempo che sarò costretto a perdere in montagna, perché gente come Basso o Savoldelli, che nelle prove a cronometro sono più bravi e affidabili del sottoscritto, in salita non sono proprio gli ultimi arrivati. Ma io non mi preoccupo. Quest’anno parto con un alleato in più: la salute. Questo è quello che più mi stava a cuore, poi ce la giochiamo».
E poi, oltre alla salute, Cunego quest’anno potrà disporre anche di una squadra completamente votata alla propria causa. «E la cosa mi piace tantissimo. Certo, avrò tante responsabilità in più, ma è meglio così. Sono responsabilità che è meglio avere. Credetemi».
Poi c’è chi cerca di inzigarlo, con il solito tormentone: Simoni. E se per battere Basso dovesse ricorrere a una alleanza con l’odiatissimo trentino? Gli chiedono.

«Perché no? Chi vi dice che una cosa del genere non possa accadere? La vita è strana, mai dire mai». Certo, nulla è impossibile, ma un Simoni che accetta di collaborare con Cunego facciamo fatica a crederlo. Ma se il Piccolo Principe è tornato davvero, forse è il caso di credere a una nuova favola.

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