
Il mondo degli sport estremi è costellato di imprese incredibili, ma quella compiuta da Valentin Delluc, giovane sciatore e speed rider francese, ha superato ogni immaginazione. Inseguito da una valanga, è riuscito a salvarsi volando sugli sci, un gesto tanto spettacolare quanto disperato, che ha fatto il giro del mondo. Ma dietro a questa manciata di secondi c’è una vita intera dedicata alla montagna, alla tecnica, al rischio calcolato.
Valentin nasce a Morzine, nel cuore delle Alpi francesi, nel 1992. Fin da piccolo vive un rapporto simbiotico con la montagna. A tre anni calza i primi sci, e a dieci è già impegnato in gare regionali di sci alpino. Ma la sua vera passione si rivela presto: lo speed riding, una disciplina che unisce sci fuoripista e parapendio, una complessa danza tra neve e aria. Delluc è uno dei pionieri di questa pratica, uno che lavora per spingerla ai suoi limiti in scenari sempre più estremi.
Nel corso degli anni, compie numerose imprese che attirano l’attenzione degli appassionati di sport estremi. Nel 2017 vola a pochi centimetri dal suolo attraverso le rovine di un castello medievale nei Pirenei. Nel 2020, durante il lockdown, realizza un progetto surreale: sorvolare le piste deserte di Avoriaz scivolando tra impianti chiusi, tetti innevati e strettoie da brivido. Ma è sempre nel 2017 che compie l’impresa destinata a diventare leggenda.
Il progetto nasce durante l’inverno, quando una serie di forti nevicate rende il massiccio del Mont Blanc particolarmente instabile. Delluc, insieme al suo team, individua una linea estrema da percorrere in speed riding lungo un versante ripido noto per essere soggetto a slavine. “Sapevamo dei rischi,” racconta Delluc, “ma tutto era calcolato. Avevamo monitorato il manto nevoso per giorni, installato sensori e analizzato ogni metro del pendio.” Tuttavia, la montagna è viva, e a volte imprevedibile.
Il giorno dell’impresa, Delluc parte a tutta velocità da quota 3000 metri, con la vela già dispiegata alle spalle. Ma a metà discesa, una placca di neve si stacca improvvisamente. In pochi secondi si trasforma in una valanga che lo insegue come un’onda bianca e ruggente. “Sentivo la terra tremare, il rumore era assordante,” ricorda. È in quel momento che prende la decisione che gli salva la vita.
In una curva finale esposta, mentre la valanga lo raggiunge, Delluc sfrutta il trampolino naturale offerto da una cornice rocciosa, guadagnando quota e librandosi appena sopra la massa di neve che si abbatte sotto di lui. La sua vela prende pieno sostegno e lo proietta in aria, dove riesce a planare per altri cento metri fino ad atterrare in sicurezza su una zona rocciosa fuori dal tracciato della valanga. Il tutto è stato ripreso da più angolazioni da droni e telecamere indossate, regalando al mondo immagini da brivido.
L’episodio è stato subito analizzato dagli esperti. “Un gesto tecnico straordinario” ha commentato lo sciatore svizzero Jérémie Heitz. “Ma anche una dimostrazione di sangue freddo e consapevolezza dei propri mezzi.” Delluc ha voluto sottolineare che non si è trattato di un gesto impulsivo: “Mi alleno ogni giorno, su neve e in aria. Lavoro con simulatori, mi preparo mentalmente. In quel momento ho applicato tutto ciò che avevo imparato negli ultimi vent’anni.”
L’impresa ha avuto un’eco mondiale, accendendo il dibattito sulla sicurezza negli sport estremi. Alcuni lo hanno accusato di incoscienza, ma Delluc ha risposto con serenità: “Non sono un pazzo. Sono un atleta che ama la montagna e la rispetta profondamente. Ogni mia scelta è ponderata, anche quella più estrema.”
Oggi, Valentin continua ad allenarsi, già proiettato verso nuovi progetti.
Sogna di realizzare un documentario sulle metamorfosi della neve e sugli effetti del cambiamento climatico sulle Alpi, con riprese da dentro le valanghe, usando droni e sensori termici. Ma intanto, il backflip che lo ha sottratto alla furia della montagna è entrato nella storia, simbolo dell’incredibile connubio tra rischio, controllo e bellezza.