Il cuore e le braccia degli Alpini dopo il terremoto nel Friuli del 1978

Ho letto con commozione la rievocazione di Guido Mattioni sul terremoto in Friuli. Mi sembra opportuno però completare l’informazione con quanto fece l’Associazione nazionale alpini in soccorso di quelle popolazioni.
Vennero costruiti 11 cantieri di lavoro cui presero parte Alpini in congedo (gli Alpini non diventano mai ex) e Amici degli alpini. La forza lavoro, gratuita e autosufficiente, era costituita da: 14 ingegneri, 14 geometri, 16 ragionieri, 300 muratori, 80 carpentieri, 10 idraulici, 10 elettricisti, 10 falegnami, 590 manovali per un totale di forza lavoro giornaliera di 1.044 unità che, per i 90 giorni di impiego, ha fornito 93.960 giornate lavorative.

L’operazione si svolse così bene che la Agency for international development (Aid) degli Stati Uniti elargì direttamente all’Associazione nazionale alpini ben 43 milioni di dollari pari a 52 milardi di lire del 1976, con i quali vennero costruiti dagli Alpini 7 centri per anziani di 560 posti letto, 259 aule scolastiche a Villa Santina, Buia, Pordenone, Magnano in Riviera, Majano, San Daniele del Friuli, Osoppo, Maniaco, Sacile, Spilimbergo, Aviano, Cividale del Friuli, San Pietro al Natisone, Faedis e Gemona, nonché una casa dello studente con 80 posti letto a San Pietro al Natisone.
È bene ricordare queste cose affinché la memoria di quanto è successo non vada perduta.

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