Il cuore infranto, da modo di dire a malattia

Avere il «crepacuore» non è più solo un modo di dire. Oggi gli scienziati hanno la prova che esiste una vera e propria sindrome che colpisce quasi solo le donne e che all’inizio viene scambiata per infarto. A scatenarla è un’emozione forte, stressante: la notizia della morte di un figlio, la fine turbolenta di un amore, lo choc di una rapina.
In poco più di un anno nel nostro Paese sono stati già segnalati una sessantina di casi, grazie a un registro che ha coinvolto 18 ospedali del Nord Italia. Iniziative analoghe stanno sorgendo un po’ in tutte le regioni italiane.
Alla «Broken heart sindrome», come la chiamano negli Usa, il settimanale Donna Moderna ha dedicato un ampio servizio, nel numero in edicola oggi, in cui Eloisa Arbustini, direttore del Centro per le malattie cardiovascolari del San Matteo spiega che cos’è esattamente: «È una paralisi temporanea del cuore provocata in due casi su tre da emozioni molto intense. Nelle biopsie effettuate sul cuore delle pazienti, infatti, è stata riscontrata una presenza esagerata di catecolamine, ormoni dello stress, come adrenalina e noradrenalina, che avrebbero l’effetto di bloccare l’attività del ventricolo sinistro, quello che pompa il sangue nell’arteria».
Nel 93% dei casi sono le donne a essere colpite, soprattutto quelle in post menopausa. «Perché in questa fase non hanno più la difesa degli estrogeni, gli ormoni che proteggono il cuore - avverte Arbustini -. Ma c’è anche un’altra ipotesi, molto avvincente: le donne sono più emotive e questo potrebbe renderle più esposte. La sindrome, quindi, potrebbe essere un modello di studio sulle malattie cardiovascolari femminili».
L’obiettivo è scoprire quali siano gli effetti delle emozioni sull’organo più importante del corpo umano. «Per ora possiamo solo accostare due evidenze - chiarisce Maria Grazia Modena, presidente della Società italiana di cardiologia - lo stress accompagna sempre di più la vita delle donne, divise tra mille impegni, il lavoro, la famiglia. E negli ultimi anni le malattie cardiovascolari sono diventate la prima ragione di morte nella popolazione femminile in Europa, Italia inclusa: il 46% di tutti i decessi».
Massimo Chiariello, docente di Cardiologia all’università Federico II di Napoli, avverte: «Non sottovalutiamo il fatto che oggi le donne vivono molto più a lungo dopo la menopausa, prive di difese ormonali. Inoltre soffrono molto più degli uomini di diabete e sovrappeso, gravi fattori di rischio verso questo tipo di patologie». Paolo Pancheri, ordinario di Psichiatria all’università La Sapienza di Roma, al congresso dei cardiologi ha sostenuto che la depressione ha un ruolo importante sulle malattie che colpiscono il cuore: «E i disturbi depressivi colpiscono le donne il doppio degli uomini.

Ma al di là dei dati, cosa avvenga a livello biochimico è ancora un mistero».
La Broken heart sindrome, fatale solo in rarissimi casi, viene rivelata dalla coronarografia, che mostra se un trombo ostacola la circolazione del sangue, come nell'infarto.

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