Il cuore stanco fa esplodere nel mondo i costi sanitari

Sono passati dieci anni da quando all'Ospedale Niguarda Ca’ Granda di Milano sono stati impiantati i primi sistemi biventricolari per la resincronizzazione dello scompenso cardiaco. Da allora 560 pazienti hanno ricevuto questa cura. È una casistica tra le più elevate a livello internazionale.
«Il sistema impiantabile resincronizza la contrazione dei ventricoli del cuore inviando lievi impulsi elettrici al muscolo cardiaco scompensato, aiutandolo in tal modo a pompare sangue più efficientemente nell’organismo», afferma il dottor Maurizio Lunati, responsabile dell’Unità di elettrofisiologia ed elettrostimolazione cardiaca del dipartimento cardiologico De Gasperis, tempio della cardiochirurgia italiana. «Un pacemaker convenzionale - spiega Lunati - stimola esclusivamente il lato destro del cuore, avendo effetti solo sul ritmo cardiaco. La CRT - questo il nome della terapia erogata da innovativi dispositivi cardiaci - trasmette stimoli elettrici ad entrambi i lati del cuore resincronizzandolo e allo stesso tempo migliorando la sua azione».
La resincronizzazione cardiaca riduce le ospedalizzazioni e la mortalità del 37% ed è indicata nei pazienti con scompenso da moderato a severo, anche se l’efficacia del trattamento aumenta nei pazienti con uno scompenso cardiaco meno compromesso. Alcuni sistemi impiantabili di resincronizzazione riescono addirittura ad anticipare l'edema polmonare. L'insufficienza cardiaca o scompenso cardiaco si manifesta quando il muscolo del cuore non pompa a sufficienza il sangue necessario alle funzioni dell'organismo. Il cuore si ingrossa e perde efficacia, tra i classici sintomi la stanchezza. Nel mondo questa patologia colpisce più di 22 milioni di persone ed ha un costo annuale pari a quasi 64 miliardi di euro. Questa patologia è una delle cause principali di ospedalizzazione dopo i 65 anni.

Negli Usa si registrano ogni anno 450-500mila nuovi casi di insufficienza cardiaca con più di 34 milioni di dollari all'anno di spesa per le cure mediche. In Europa nel 2020 saranno 30 milioni gli scompensati, oggi sono 14 milioni. In Italia lo scompenso causa 100mila morti ogni anno.

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