La «cura Tremonti» è salva: stretta su paghe e pensioni Ma gli enti evitano la scure

RomaLa «cura» dei conti pubblici somministrata dalla manovra biennale del ministro Tremonti sarà un po’ meno dolorosa per gli elefantiaci apparati dello Stato. Nell’ultima versione del decreto legge, diffusa dopo la firma del presidente della Repubblica, sono stati espunti alcuni tagli come quello delle mini-province e, soprattutto, di una miriade di fondazioni, istituti di ricerca ed enti culturali. Fatto salvo l’impianto complessivo di 24,9 miliardi di euro sono comunque comparse alcune attenuazioni. Sottoforma di contributi, finanziamenti e differimenti di anticipi di imposte che costeranno circa 6 miliardi nel triennio 2010-2012.
ENTI SOPPRESSI E «SALVATI» La sorpresa arrivata dal Quirinale consiste soprattutto nella riduzione degli enti soppressi. Confermate l’eliminazione di Ipsema, Ispesl e Ipost, che confluiranno in Inail e Inps, scompariranno anche l’ente italiano montagna e l’Isae. Ma rispetto al profluvio delle oltre 200 istituzioni azzerate dalla precedente bozza solo 12 effettivamente cesseranno. Tra queste l’Ipi (Istituto per la promozione industriale) e l’Ente teatrale italiano. Soddisfatto il ministro dei Beni culturali Bondi che assieme agli altri colleghi tuttavia patirà una riduzione del 50% nelle erogazioni a questo tipo di istituti.
TAGLI ALLA SPESA L’impianto della manovra non è stato toccato nella carne viva. Ci sono ancora i tagli di 13 miliardi a Regioni, Province e Comuni. C’è ancora il taglio del 10% dei superstipendi di ministri e parlamentari. C’è ancora una riduzione delle dotazioni dei ministeri (2,4 miliardi nel 2011). Alla politica di austerity dovrà uniformarsi anche la Banca d’Italia. Non solo convegni e pubblicità, le amministrazioni pubbliche dovranno diminuire del 50% anche le spese per le missioni all’estero (non quelle militari né quelle di polizia e magistrati) e anche sui rimborsi sarà effettuata una stretta.
STIPENDI PUBBLICI Previsto, inoltre, il blocco triennale degli stipendi pubblici anche se il comparto scuola potrà ridiscutere la perdita di potere d’acquisto in sede di rinnovo contrattuale nel 2012. Non cambia nemmeno la possibilità di una sola finestra per i pensionamenti l’anno prossimo.
CASE «FANTASMA» E PEDAGGI Non è stata modificata nemmeno la sanatoria per gli immobili «fantasma». Dai due milioni di case non accatastate e per le pertinenze non dichiarate ci sarà la possibilità di incassare almeno 1,5 miliardi di euro. Ma d’ora in poi atti pubblici e scritture private riguardanti diritti reali sugli immobili dovranno includere oltre alle indicazioni catastali anche la planimetria, pena la nullità. Insomma, dai pedaggi sulla rete autostradale Anas alla tassa di soggiorno (e aumento dell’Ici sulla seconda casa) per il dissestato Comune di Roma non ci sono novità rispetto a quanto preventivato.
LA VITTORIA DELLA «POLITICA» Il vero cambiamento, infatti, è tutto in una serie di microprovvedimenti che hanno un sapore «politico». Tolti i 320 milioni per il rifinanziamento delle missioni di pace all’estero, come spiegare i 18,5 milioni in più assegnati alle celebrazioni dei centocinquant’anni di Italia unita se non ricorrendo alle sollecitazioni del Quirinale e di Montecitorio? E se da un lato il governo ha intensificato il contrasto all’evasione con il nuovo redditometro, con iscrizioni a ruolo contestuali agli accertamenti e con la limitazione del contante, dall’altro lato ha previsto la possibilità di differire gli acconti Irpef del 2011 e del 2012 con possibilità di minori entrate per 2,9 miliardi. Si sono «scovati» 30 milioni per consentire alle Forze armate di continuare il presidio del territorio e altri 53 milioni sosterranno gli emolumenti per militari professionali e volontari in ferma breve.
FONDAZIONI La gestione dei Fondi Fas per le aree sottoutilizzate passa a Palazzo Chigi, ma la programmazione resta al ministero dello Sviluppo. Contestualmente viene aumentata di due miliardi la dotazione del Fondo per interventi strutturali di politica economica del Tesoro che porta sotto la sua «ala» anche il controllo sulle fondazioni azioniste delle grandi banche.
Non c’è stato lo «sdoppiamento» tra decreto e disegno di legge paventato fino a domenica, ma la prima impressione è che la politica abbia prevalso sull’economia mantenendo la propria sfera di influenza. Ora il decreto inizia il suo iter parlamentare al Senato.

E c’è da aspettarsi che i parlamentari non stiano a guardare. Se si sono salvate la Stazione Dohrn di Napoli e l’Istituto di ricerca metrologica, qualcuno disposto a battersi per l’Ente nazionale sementi elette ci sarà.

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