Massimiliano Scafi
da Roma
Fuoco su Visco, che per Fabrizio Cicchitto «sta costruendo uno Stato di polizia fiscale». E fuoco anche su tutto il governo, perché, come sostiene Sandro Bondi, «vuole usare le imposte per instaurare un regime politico autoritario». Prodi, aggiunge Renato Schifani, «deve cambiare rotta, lItalia non ha bisogno di guerre sociali». Contro la Finanziaria e contro le proposte del viceministro dellEconomia, Forza Italia annuncia dunque «unopposizione durissima». Già nella manovra, spiega Cicchitto, «cè lo scippo del Tfr a lavoratori e imprese, una statalizzazione di cinque miliardi di risorse». Ora pure le 55 misure anti-evasione di Visco. «Sta criminalizzando intere categorie che rappresentano lossatura del Paese - protesta il vicecoordinatore di Fi - commercianti, artigiani, professionisti, sono loro i nuovi kulaki, sono loro da colpire come i ricchi contadini delle campagne russe distrutti durante la rivoluzione sovietica. È il tentativo scientifico di spaccare la nostra società in buoni contribuenti e ceti cattivi». Un giochetto pericoloso, conclude, che potrebbe «causare devastanti problemi di ordine pubblico».
Per Schifani «questo non è certo il momento di scontri di classe», ma «lopinione pubblica è preoccupata e attonita di fronte a una legge di bilancio che non toglie ai ricchi per dare ai poveri, ma toglie a tutti per dare a Prodi». Unimpopolarità dalla quale «il governo sta cercando di uscire accendendo la miccia del conflitto sociale dando una falsa rappresentazione di categorie che evadono più di altre». Bondi parla di «una Finanziaria che tartassa tutte le categorie più deboli e bisognose», di «uno Stato che vuole controllare tutto», di «vendetta sociale» a cui «tutti gli italiani dovrebbero ribellarsi scendendo in piazza a far sentire la propria voce». Forza Italia, afferma, darà battaglia in Parlamento, cercando di «far cambiare radicalmente» la manovra. Con poche speranze di riuscirci: «È probabile che il governo, debole comè, chieda la fiducia». LUdc stavolta non si smarca: la ricetta di Vincenzo Visco contro levasione non piace infatti nemmeno ai centristi. «Sono solo proclami propagandistici che finiscono con il generare allarme nei mercati e preoccupazione tra i cittadini, senza ottenere alcun risultato concreto - dice Lorenzo Cesa -. Lunica certezza è che il ceto medio e le categorie produttive sono viste come un bersaglio da colpire e su cui accanirsi». Bocciata dal segretario dellUdc tutta la politica economica del governo: «Poche idee ma confuse. Voglio ricordare che il precedente governo aveva ottenuto circa dieci miliardi dalla lotta allevasione. E questi sono fatti, non parole demagogiche».
Secondo Adolfo Urso «questa di Prodi, come chiede Zapatero, è una vera manovra di sinistra: ama tanto i poveri da rendere più poveri tutti». Secondo invece Chiara Moroni «è inutile il tentativo di Zapatero di indicare a Prodi la via di un moderno riformismo». Lo dimostrano «le liberalizzazioni da Stato di polizia, una Finanziaria che massacra il ceto medio e che non fa riforme strutturali, un disegno di legge liberticida sul sistema tv». E secondo Maurizio Gasparri la Cdl «non deve farsi distrarre» dalla riforma tv e concentarsi sulla Finaziaria. «La rapina delle liquidazione vede in piazza pure i sindacati filogovernativi. Il premier massacra le famiglie, poi vengono tolti tre miliardi alla sicurezza. Parliamo di questo e vedremo annegare ogni giorno di più il governo». Gianni Alemanno è invece convinto che qualcosa si possa ancora cambiare, limare, contrattare e perciò rilancia il tavolo dei volenterosi. «Ci sono molti margini - sostiene - per eliminare o almeno ridurre il trasferimento forzoso del Tfr e quei tagli agli enti locali e alle regioni che si trasformeranno in nuove tasse. An è al lavoro con il suo gruppo di studio e domani porteremo i nostri emendamenti al tavolo del centrodestra.
Ma per il dc Gianfranco Rotondi cè poco da fare: «La manovra di Prodi è da socialismo reale. Aumenta gli sprechi, aumenta le tasse e mantiene in vita i carrozzoni».
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