L'Organizzazione Mondiale della Sanità ha assegnato al tumore al seno un triste primato, collocandolo al primo posto tra le cause di decesso per le donne sotto i 55 anni. L'incidenza complessiva di questo male, peraltro, continua a crescere: solo in Italia, ogni anno, le diagnosi hanno sfondato il muro delle 40mila. E se il maggior numero dei casi si concentra nella fascia di età compresa tra i 50-70 anni, un consistente 10 per cento colpisce persino soggetti sotto i 40.
Questi dati, resi noti nel corso di un convegno organizzato a Roma nella biblioteca del Senato, rilanciano con forza la necessità di un'adeguata campagna di prevenzione su tutto il territorio nazionale. Se è vero, come ha spiegato Paolo Marchetti dell'unità di oncologia medica del Sant'Andrea di Roma, che «circa il 90 per cento delle donne trattate per il tumore alla mammella sono libere dalla malattia dopo i primi cinque anni dall'intervento», è altresì necessario che screening specifici e farmaci di ultima generazione arrivino il prima possibile sulla soglia di chi ne può trarre beneficio. «Perché - ha puntualizzato Marchetti - tali programmi sono fondamentali per ridurre il tasso di mortalità dal 18 al 30 per cento».
Da questa consapevolezza è partita l'idea di Annamaria Mancuso, fondatrice e presidentessa della onlus «Salute Donna», che ha aderito alla campagna internazionale di sensibilizzazione «Breast friends for life» e ha deciso di redigere un manifesto che fa leva su quattro punti chiave: diagnosi precoce, appunto, ma anche informazione, terapia e supporto psicologico ai malati. Sottoscritto da numerose esponenti del mondo della cultura, della politica e dello spettacolo, al manifesto è abbinata una raccolta di fondi, a cui ha dato il suo sostegno anche la stilista Laura Biagiotti, che ha realizzato una esclusiva maglietta griffata.
Sul messaggio principale veicolato dalla campagna non esistono incertezze: il tumore al seno si presenta sotto diverse forme e per ciascuna esiste una cura specifica.
«Abbiamo a disposizione già cinque differenti farmaci, ma il nostro obiettivo è arrivare ad un trattamento individualizzato», ha affermato Maurizio Di Cicco, amministratore delegato del gruppo Roche. Un passo importante è stato fatto con la scoperta di una forma molto aggressiva di neoplasia, l'HER2 positivo, che colpisce circa il 30 per cento delle pazienti. La terapia di riferimento è quella a base di anticorpi monoclonali, contenuti in «medicine intelligenti» come lo Trastuzumab.
«Sono farmaci che riescono a fare moltissimo», ha ricordato Francesco Cognetti, responsabile del reparto di oncologia medica all'Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma, precisando che assicurano una aspettativa di vita maggiore ed evitano i pesanti effetti collaterali.
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