Roma

La curiosità Ecco il ristorante col conto fai-da-te

Il conto? No grazie. Al Behive Hotel di via Marghera c’è un ristorante davvero unico nel suo genere. E la differenza sta già nella lavagna alla parete. Accanto a primi, secondi e antipasti manca, infatti, il prezzo. «Qui, una volta finito di mangiare, è il cliente che decide quanto pagare, in base a quello che ritiene più giusto», spiega Steve Brenner, il titolare. Steve e Linda sono una coppia di losangelini che l’11 maggio del 1999, insieme al loro fedele compagno di avventure, un gatto di nome Ingmar, hanno inaugurato The Behive, che in italiano significa «l’alveare», un eco-alberghetto a due passi dalla stazione, dove la carta igienica è riciclata, i rifiuti vengono usati come concime, e via di questo passo. Ma il vero gioiello della struttura è il ristorantino che si trova al piano inferiore. Una manciata di tavolini colorati con la cucina a vista.
Il menu è vegetariano. Gli ingredienti biologici. Il pane fatto in casa. E, soprattutto, niente roba in scatola. «Ci piace fare da mangiare alle persone», sorride Steve. Inizialmente l’idea era quella di proporre ai propri ospiti piatti sani e di qualità a prezzi contenuti. Forse troppo contenuti, però, tanto che il progetto si era presto rivelato antieconomico. Così i due si sono messi a pensare «out of the box», fuori dagli schemi, ed è nato così il conto fai-da-te. Un’idea vincente, al punto che gli incassi sono perfino aumentati. «Non dico che adesso ci guadagnamo - fa Steve - ma perlomeno alla fine del mese andiamo a pari con le spese». Concluso il pasto la gente si mette una mano sulla coscienza e l’altra nel portafoglio e, alla fine, sorpresa delle sorprese, paga più o meno quello che è venuto a costare il piatto che ha consumato. I conti, insomma, non ci sono ma tornano. E finora nessuno ha approfittato della situazione.
La parola d’ordine è flessibilità. «Da noi non esiste una porzione standard - continua Steve - ognuno mangia quanto gli pare». È il cliente che decide se vuole un piatto abbondante di lasagne o giusto un assaggino, una bottiglia di vino intera oppure solamente un goccetto. «Per noi non fa differenza - strizza l’occhio - dal momento che poi è lui a stabilire il prezzo e non sta a noi quantificare il costo di quello che ha preso». Anche il menu è flessibile e cambia ogni giorno a seconda degli ingredienti che ci sono. «Il bello è che non buttiamo via niente».

Tutto considerato mangiare al Behive è un po’ come andare a cena a casa di qualcuno per l’atmosfera familiare e per la libertà di non chiedere il conto alla fine.

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