Politica

D’Alema apre il fuoco amico su Bobo Craxi

Duro attacco di Cossiga al ministro degli Esteri: «È tornato a posizioni anti Usa e anti Israele»

da Roma

Raccontavano ieri alla Farnesina che Massimo D’Alema stesso - niente affatto insensibile alle posizioni filo-palestinesi - fosse a dir poco furente. Il fatto che Bobo Craxi puntasse un indice accusatore contro l’esercito di Gerusalemme per il ferimento del capitano Punzo, proprio negli stessi istanti in cui i suoi blandivano Israele per una sua presenza, magari indiretta, al tavolo del summit di Roma per il Libano lo avrebbe mandato fuori dai gangheri.
«Bobo è un impulsivo. E da tempo, memore dei rapporti tra il padre ed Arafat, spinge per riequilibrare la posizione italiana, che negli ultimi tempi aveva preso le distanze dai palestinesi», spiega un diplomatico che lo conosce bene e che cerca di giustificare l’uscita azzardata di domenica sera del sottosegretario agli Esteri con delega ai rapporti con l’Onu.
Fatto sta che a Gerusalemme non l’hanno presa bene per niente. Intanto perché, stando a quanto riferito - e riportato da Haaretz - da un portavoce della missione Onu, tale Milos Strupar, «era in corso un violento scontro a fuoco tra israeliani e hezbollah e Punzo è stato ferito da proiettili partiti dal versante libanese». Ma poi, ancora e soprattutto, perché a Gerusalemme ci vedono la conferma di tesi che circolano da mesi e cioè che a Roma, dopo il governo Berlusconi, si sta cambiando decisamente linea: da un attivo sostegno per la sicurezza di Israele ad una “equivicinanza” per dirla con D’Alema, che non convince per nulla. Anche perché a Gaza e nei territori non c’è più Fatah, ma la ben più pericolosa Hamas.
Non bastasse la gaffe del giovane Craxi, del resto, ci si è messo ieri anche Francesco Cossiga ad avvelenare - almeno in parte - la voglia di D’Alema di poter scrivere una pagina importante nel conflitto medio-orientale. Tutto preso nel tentativo di mostrare terzietà alla vigilia del summit, il ministro degli Esteri si è trovato davanti all’improvviso un attacco alzo zero dell’ex-capo dello Stato: «A cosa è dovuto il suo ritorno a posizioni antiamericane e israeliane? Al fatto che anche i migliori profumi quali quelli dell’atlantismo filoamericano che hanno impreziosito la persona di D’Alema quand’era presidente del Consiglio nel partecipare ai bombardamenti di Belgrado, alla fine svaniscono. E rimane l’odore puro, forte ed acre dell’ex-militante comunista. Ritorna - prosegue Cossiga - la suggestione antiebraica del complotto d’invenzione staliniana dei Camici Bianchi che dette vita alla ripresa dell’antisemitismo nell’Urss. Confesso - chiude asprigno l’ex-presidente della Repubblica - che ho sempre apprezzato D’Alema per la sua onestà e sincerità. Rimasi sorpreso per il suo bellicismo imperialista filoamericano. Mi piace più ora: contro l’imperialismo Usa ora e sempre. E sarò contento il giorno che lo sentirò gridare in piazza “10-100-1000 Nassirya”.

Sarà allora il leader di tutta la sinistra come lui vuole».

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