nostro inviato a Bologna
La frustata del Lider Maximo al Grillo parlante arriva subito, in apertura, appena Massimo DAlema, ancora una volta applauditissimo alla Festa dellUnità, inizia a parlare. Forse a stimolarlo è un piccolo, clamoroso dettaglio, lapplauso che parte dalla platea (non tutta) quando Bianca Berlinguer, intervistatrice della serata, cita nella sua domanda il nome di Beppe Grillo. Devessere per questo, che DAlema parte subito in quarta, e nella sua condanna a stabilire un sillogismo che nessuno aveva azzardato prima di lui: «Grillo fa vincere Berlusconi».
E poi, sul nodo più rovente, quello della richiesta di autorizzazione delle intercettazioni avanzata dalla Procura di Milano, che pende sul Parlamento, a sorpresa, DAlema mostra un certo imbarazzo. La Berlinguer gli chiede per tre volte di dire se è favorevole o no a che la Camera dica sì ai magistrati, lui prima glissa, poi evoca unaltra vicenda giudiziaria, dice che «non spetta a me decidere», ma si capisce benissimo che vorrebbe dire no, no, no!
Il ragionamento su Grillo invece parte da lontano: «Già da mesi - sostiene il ministro degli Esteri - avevo avvertito che era in arrivo unondata di antipolitica... Adesso devo dire che può crearsi un clima pericoloso se la politica non avrà il coraggio di ricostruire un rapporto con il Paese. Si respira unatmosfera da anni 90, cè aria di crisi». DAlema continua: «Quando una cosa è di moda solitamente ci sono due modi di accoglierla. Ci sono quelli che sono tendenzialmente a favore, e quelli che sono preferibilmente contrari... Diciamo che io appartengo a questa seconda categoria». Perché?, chiede la Berlinguer. «Perché Grillo non dà risposte vere ai problemi. Vuole distruggere i partiti, dice. Beh, gli rispondo, semmai ricostruiamoli». E qui si arriva al passaggio più forte, quello che evoca di fronte alla platea diessina lo spettro del Cavaliere. «Non mi convince per nulla questa grande illusione in nome di cui, una volta sradicati i partiti, trionferà la società civile. Lho già sentita tante volte. La verità - e qui DAlema calca le parole una sullaltra, cercando lapplauso - è che una volta distrutti i partiti, è già accaduto una volta negli anni 90, vince chi ha i soldi e le televisioni!». Poi, per essere ancora più chiaro: «Una volta che venissero distrutti i partiti - e il tono si fa sarcastico - non vincerà certo il blog di Beppe Grillo, vincerà Berlusconi». DAlema parla delle primarie dicendo che hanno scosso la vita politica italiana, si lamenta con la Berlinguer perché gli fa troppe domande di politica interna («è curioso che si fatichi di parlare di esteri alla Festa dellUnità quando il sottosegretario di Stato americano alla vigilia del suo viaggio in Medio Oriente chiama il sottoscritto per sapere che cosa ne pensi...»). Poi ironizza sulla protesta di Berlusconi dopo la sostituzione del consigliere Petroni: «Lui dice che non voterà più la legge elettorale che cazzecca gli risponderebbe forse un personaggio illustre della politica nazionale» (ovvero Antonio Di Pietro). Ma poi, prima di passare alla sospirata pagina degli esteri, la Berlinguer gli chiede se abbia cambiato idea rispetto a quando, prima dellestate, diceva che era «favorevole alle decisioni del Parlamento sulle intercettazioni». Il Lider Maximo rotea gli occhi: «Non ho mai detto che ero favorevole, allutilizzo delle intercettazioni, ho detto che mi rimettevo alle decisioni del Parlamento». E quindi lintervistatrice: «Allora sei contrario?». DAlema sospira: «Ho consegnato una lunga e dettagliata memoria al Parlamento, a me non si chiede di dire se sono favorevole». E di nuovo la Berlinguer: «Ma tu sei favorevole?». E DAlema stavolta sbuffa: «Io ho esaurito il mio compito. Adesso è il Parlamento che decide». Però... «Però, io quelle conversazioni le considero irrilevanti, se fosse emerso qualcosa sarei stato indagato».
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.