da Ramallah
«Siamo qui innanzitutto per ribadire la solidarietà del nostro Paese al popolo palestinese e il nostro sostegno alla lotta palestinese per ottenere la nascita di uno Stato». Il ministro degli Esteri Massimo DAlema parla chiaramente e non desidera che vi sia alcun dubbio riguardo alla sua posizione, anche se la parola «lotta» non è di uso comune nel vocabolario diplomatico, soprattutto quando, in quel termine si identificano tutti quei terroristi palestinesi protagonisti di anni di stragi.
Al termine del suo primo incontro a Ramallah, presso la Muqata, quartier generale dell'Anp, con il presidente Abu Mazen, DAlema si è detto convinto che «in questo momento - dopo il tragico conflitto tra Israele e Libano - si aprono nuove speranze e opportunità nella Regione». Non è solo lItalia, ma lintera Europa a essere convinta della necessità di «rilanciare il processo di pace israelo-palestinese», ha assicurato il vicepremier italiano al presidente palestinese.
Incontrando i giornalisti insieme al presidente dellAnp, Massimo D'Alema ha sottolineato come questo sia il momento di «rimettere al centro dellazione della comunità internazionale il rilancio del processo di pace tra israeliani e palestinesi». Un concetto già espresso al termine della visita ad Amman dove ha incontrato re Abdallah di Giordania. Anche perché adesso, ha ricordato DAlema, è chiara lintenzione dellUnione Europea di «sostenere l'azione del presidente Abu Mazen per porre fine alle violenze e dare vita a un nuovo governo di unità nazionale palestinese».
E mentre il ministro degli Esteri italiano parla di pace e di sostegno alla lotta palestinese, le Brigate Martiri di al-Aqsa si rifanno vive promettendo di colpire duramente Israele. «Abbiamo capito dalla vittoria di Hezbollah che Israele può essere sconfitto se sapremo come colpirlo e saremo ben preparati», ha dichiarato al quotidiano americano World Net Daily Abu Ahmed, leader a Gaza del gruppo armato, che ha aggiunto: «Stiamo importando razzi e le informazioni per lanciarli e stiamo inoltre mettendo a punto piani di battaglia». Lo scorso mese il direttore dello Shin Bet, Yuval Diskin, aveva riferito al Parlamento israeliano che dopo il ritiro israeliano da Gaza i palestinesi avevano trasferito nella Striscia dal Sinai centinaia di tonnellate di razzi, missili anti carro e anti aereo, granate, esplosivi e altri armamenti. «Penso che Diskin abbia fatto queste dichiarazioni per distrarre lopinione pubblica dalle perdite in Libano, ma la sua valutazione è giusta. Stiamo trasformando Gaza nel sud del Libano», ha detto ancora Ahmed confermando che il suo gruppo sta ricevendo aiuti da Hezbollah per avere razzi a lunga gittata e addestramento. «Abbiamo ottime relazioni con Hezbollah, che ci aiuta con alcuni programmi di addestramento - ha aggiunto -. Il Sinai è un eccellente terreno per laddestramento, lo scambio di informazioni e di armi, per incontrarsi e trasformare ogni pezzo di terra in territorio utile per il scontro con Israele».
Il leader delle Brigate dei Martiri di al-Aqsa ha aggiunto che i gruppi palestinesi stanno costruendo a Gaza bunker simili a quelli usati dal Partito di Dio nel sud del Libano.
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