D’Antoni sfida la legione straniera di San Antonio

I Suns per la rivincita. Lakers: Phil Jackson si scusa con Bryant

D’Antoni sfida la legione straniera di San Antonio

Roberto Gotta

La sessantesima stagione Nba, che parte domani, guarda ai Suns, la squadra di grido dello scorso anno, promotrice con coach Mike D'Antoni di un gioco veloce, brillante ed esplosivo che aveva portato a 62 vittorie in 82 gare e al record di tiri da tre punti, risultando inefficace solo contro i futuri campioni di San Antonio in semifinale. Phoenix ha perso per propria scelta due giocatori del quintetto (Johnson e Richardson) e inizia con un grave handicap: l'infortunio di Amarè Stoudemire, la potente e velocissima ala forte che, giocando da centro atipico, lo scorso anno aveva dato l'impronta alla squadra, che starà fuori quattro mesi.
Tutto questo rende favoriti i San Antonio Spurs, che alla squadra vincitrice del titolo hanno aggiunto un paio di veterani di pregio come Michael Finley e Nick Van Exel oltre all'ala forte argentina Fabricio Oberto, ennesimo rappresentante del basket extrastatunitense nel roster dei texani, dopo Manu Ginobili (argentino), Tony Parker (francese), Rasho Nesterovic e Beno Udrih (sloveni), Sean Marks (neozelandese). Nella Western Conference, la maggiore sfida agli Spurs, oltre che dai Suns, può venire dagli Houston Rockets, cui basterebbe la massima efficienza del solo duo Tracy McGrady-Yao Ming (tuttofare americano e centro cinese) per vincere 45 partite, o dai Denver Nuggets, se la coppia di lunghi Kenyon Martin-Marcus Camby saprà controllare i tabelloni. Meno probabile che si facciano sentire i Los Angeles Lakers, squadra incompleta che però potrebbe essere nuovamente al centro delle attenzioni dei media per via del ritorno del coach Phil Jackson, che in un libro aveva criticato Kobe Bryant: un nuovo capitolo è servito smorzare i toni delle critiche a Kobe Bryant, del quale avrà nuovamente avuto bisogno.
Nella Eastern, dove per la finalissima lotteranno anche Detroit Pistons e Indiana Pacers, la curiosità maggiore è per i Miami Heat, che arrivati un passo dalla finale la scorsa stagione hanno cambiato molti uomini ed operato scelte rischiose come l'acquisizione di Jason Williams, Antoine Walker e Gary Payton, tre giocatori di non facile gestione: restano i pilastri Shaquille O'Neal e Dwyane Wade, e aleggia la sensazione che al primo segno di difficoltà il presidente Pat Riley, coach dei grandi Lakers degli anni Ottanta e poi dei New York Knicks, consegni il foglio di via all'allenatore Stan Van Gundy, fratello del tecnico dei Rockets, Jeff, e torni in panchina. A proposito: lasciati dopo il titolo 2004 e la finale persa nel giugno scorso i Pistons, il coach Larry Brown ha il gravoso compito di risollevare i Knicks, mal gestiti negli ultimi anni, e anche questo sarà uno degli argomenti forti della stagione, assieme alla curiosità di capire se LeBron James, il grandioso talento arrivato solo due anni fa direttamente dal liceo, potrà finalmente portare ai playoff i Cleveland Cavaliers, che lo scorso anno crollarono negli ultimi quindici giorni. Infine, da ricordare che i New Orleans Hornets hanno dovuto spostare la loro sede operativa a Oklahoma City, a causa dei danni provocati dall'uragano Katrina al loro impianto.

Giocheranno però sei partite a Baton Rouge, un'ora ad ovest di New Orleans, per conservare un legame con la regione dove si erano trasferiti dopo l'addio a Charlotte. Nomadi per forza, hanno preso proprio giovedì Desmond Mason, ala piccola spettacolare ed atletica, che non casualmente ha fatto l'università ad Oklahoma State, e può richiamare gente...

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