«Sono un collezionista di oggetti della prima e della seconda guerra mondiale». Questo ha dichiarato ieri mattina in aula, durante la convalida del suo arresto, il ventenne piazzista milanese finito in manette laltra notte grazie allintervento dei poliziotti del commissariato di Quarto Oggiaro, per tentato incendio della bandiera Democratici di Sinistra (Ds) nella sede di via Bodoni. Così il ragazzo voleva spiegare la presenza nel proprio appartamento di fotografie del Duce e di Hitler, di lettere scritte da lui stesso al Führer e di bandiere fasciste. Materiale rinvenuto lì durante la perquisizione seguita allarresto.
Il giudice Gaetano Larocca ha, tuttavia, sottolineato che «il movente politico non ha attinenza con il fatto» da un punto di vista giuridico. Così il giovane si è visto convalidare l'arresto a suo carico con la misura dell'obbligo di firma. Il processo si terrà per direttissima il 23 settembre. Il suo legale, l'avvocato Ilaria Urzini, ha preannunciato di chiedere in quella sede il rito abbreviato: «Quando hanno arrestato il mio assistito, non aveva dato fuoco a niente e nemmeno aveva in mano la bandiera - ha detto il difensore -. Per questo chiederò anche che il reato sia derubricato a danneggiamento».
I poliziotti, però, lo hanno arrestato in flagranza di reato, mentre estraeva un accendino e - sotto gli occhi della fidanzatina diciassettenne (denunciata in concorso) - dopo aver infilato un passamontagna con laquila nazista, tentava di dar fuoco alla sola bandiera dei Ds, non toccando quelle dell'Ulivo, dell'Arci e con l'arcobaleno della Pace, esposte insieme alla prima.
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