Dà fuoco a una donna che lo respinge Era già stato condannato 26 volte

L'uomo, di 56 anni, ha dato fuoco a due giovani donne, una delle quali era colpevole di averlo rifiutato

Dà fuoco a una donna che lo respinge  
Era già stato condannato 26 volte

Torino - Per 26 volte condannato, anche per stupro e persino su una minore, ha dato fuoco a due giovani donne, una delle quali era 'colpevole' di averlo respinto. E' successo a Levone, in valle di Lanzo, protagonista un uomo di 56 anni, libero a dispetto dei tanti reati per cui è stato giudicato. "Se non sei mia non sarai di nessuno", ha detto, sprezzante, Marco Langellotti, pluripregiudicato ufficialmente residente a Cirié (Torino) ma in realtà senza fissa dimora. E ha cercato di bruciare le malcapitate.

Due donne ferite L'episodio risale allo scorso 25 aprile, ma l'aggressore è stato arrestato solo pochi giorni fa, in seguito alla denuncia delle due donne rimaste ustionate alle gambe, e agli accertamenti dei carabinieri della compagnia di Venaria Reale. Una storia che ha dell'incredibile, così come è difficile capire perché Langellotti, che ha 26 condanne passate in giudicato per reati che vanno dallo stupro (per due volte, in un caso nei confronti di minore) alla rapina in villa, dallo spaccio alle lesioni, si trovasse a piede libero per una serie di benefici di legge di cui aveva usufruito, anche per ragioni di salute. La vicenda era iniziata alcune settimane prima. Cristina (il nome è di fantasia), 32 anni, in cerca di lavoro, lo aveva conosciuto tramite un amico comune. Lui aveva raccontato di cercare un'addetta alle pulizie. Presentatasi all'incontro, però, la donna aveva capito immediatamente le reali intenzioni dell'uomo, che aveva iniziato a palpeggiarla dicendole che quella del lavoro era soltanto una scusa.

Un lungo incubo Da allora per la giovane è iniziato un vero e proprio incubo. Per settimane è stata perseguitata dall'uomo con telefonate, sms e pedinamenti. Addirittura, in alcune occasioni lui aveva abbandonato della biancheria intima davanti all'uscio dell'abitazione dove Cristina viveva con i genitori. "Se vuoi stare in pace, parlami - le aveva scritto in un'occasione il maniaco - che ci mettiamo d'accordo". Esasperata per la situazione, la ragazza aveva deciso di trasferirsi temporaneamente in un'altra casa di proprietà della sua famiglia, insieme alla sua amica Elisabetta (altro nome di fantasia), 34 anni. Fino al 25 aprile. Quella sera, intorno a mezzanotte, Langellotti ha raggiunto la casa tentando di sfondarne la finestra. Così le due ragazze gli hanno aperto tentando di farlo ragionare. Ma senza successo. L'uomo, che aveva con sé una tanica di benzina, le ha costrette in cucina, scaraventandole più volte a terra, e poi ha iniziato a cospargerle con il liquido infiammabile. Dopodiché ha appiccato il fuoco ed è scappato a bordo di una Fiat Uno. Le vittime non sono riuscite a spegnere le fiamme sui loro abiti da sole, ma sono dovute uscire all'esterno e farsi aiutare dai vicini. Trasportate all'ospedale di Cirié, hanno riportato ustioni di primo e secondo grado alle gambe.

Nonostante tutto, Langellotti è rimasto in libertà fino a venerdì scorso. E' stato arrestato dai carabinieri su ordine di custodia cautelare del tribunale di Ivrea mentre entrava in un bagno pubblico a Lanzo Torinese.

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