Dafoe e il marciume del potere. A Locarno ritorna "cattivo"

Nel film "The birthday party" è un magnate circondato da parassiti. "Non voglio controfigure, recito tutto io"

Dafoe e il marciume del potere. A Locarno ritorna "cattivo"
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da Locarno

Il destino ruba. Di rado si pente. Quasi mai restituisce. E a Markos Timoleon sottrae il futuro. Il ricchissimo magnate - un eccellente Willem Dafoe - perde un figlio in un incidente. Le speranze di vedere la sua famiglia protrarsi nel tempo svaniscono se non fosse che gli rimane una figlia, Sofia, e in suo onore allestisce una festa di compleanno nella sua isola nel Mediterraneo. Siamo a Corfù, dove il film è stato girato, e la moneta corrente della trama è il potere. Il denaro. Il maschilismo. E l'abiezione dei parassiti - la sceneggiatura definisce così gli ospiti di Timoleon - che ruotano nell'orbita dell'imprenditore per trarne piccoli e grandi vantaggi.

The birthday party di Miguel Angel Jimenez, ispirato al romanzo di Panos Karnezis, sembra voler ricordare una sorta di Onassis moderno anche se la storia è collocata nei primi anni Settanta, ovvero quelli che segnarono uno scorcio di vita dell'armatore abbastanza vicino a quello del protagonista del film.

Ieri sera Locarno ha tenuto a battesimo la prima mondiale che precede il tour festivaliero estivo in attesa di sbarcare nelle sale. Dafoe è un cattivo doc che vuole impossessarsi del futuro della figlia dopo aver tenuto sotto scacco due mogli e un entourage di collaboratori. Nessuno vuole inimicarsi il paperone di turno ed emerge così una galleria di personaggi diversissimi ma unici e straordinari, presi singolarmente per ciò che rappresentano. Chi la modernità, chi la contestazione.

Il protagonista non si sottrae e si concede a tutto tondo. "Sono un attore e amo fare il mio mestiere - spiega Dafoe -. Non mi piacciono le controfigure perché, quando interpreto un ruolo, voglio calarmi in ogni angolo di quella personalità. Voglio essere lui nella sua complessità. Non so se sia una sfida, so che è l'unico modo in cui concepisco il mio lavoro".

E Timoleon non è una parte semplice neanche per chi è stato Gesù per Scorsese. "Un imprenditore sgradevole e arrogante ma, come tutti, ha le sue fragilità. E non si vergogna di versare amare lacrime". Perché forse lo si dimentica ma anche i perfidi piangono.

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