DAGLI ALL’UNTORE

Ricomincia la politica. E, fin qui, ciascuno di voi può decidere se è una buona o una cattiva notizia.
Certo, per noi del Giornale, non è mai andata in ferie. Il dibattito sull’alleanza con l’Udc in vista delle regionali; quello sull’utilità di una lista civica, arancione o di un altro colore; il dibattito sul gruppo unico del Pdl in Regione, con le conseguenti polemiche che hanno anche dilaniato i consiglieri; il botta e risposta sul modo di fare opposizione; l’ultimo sulla cultura e sul turismo. Che non sono politica in senso stretto, ma sono molto temi più politici di tanti bla-bla fatti di dichiarazioni inutili ed eternamente uguali a se stesse.
Interventi dei politici, interviste, il parere dei lettori, commenti, provocazioni e idee. Non ci siamo fatti mancare nulla. E quello che mi ha fatto davvero piacere è stata la partecipazione convinta di molti esponenti del Popolo delle libertà. Un Popolo con la maiuscola che, troppo spesso, non ha le stesse letture del suo popolo. Un gruppo di eletti, rigorosamente con la minuscola, che spesso non legge il Giornale (se non nelle rassegne stampa gratuite) e si perde in dibattiti di poco interesse innestati da altri giornali.
Stavolta, no. Se ci conosci non ci eviti. Ed è andata proprio così. Resta sempre un gruppone di eletti del Pdl (e dei partiti alleati) a vari livelli che non legge i giornali pensando che siano velenosi o legge altri giornali che non sono il Giornale. Sono facilmente riconoscibili: basta vedere i temi su cui intervengono, basta vedere le cose che dicono, basta prendere atto dell’inutilità che producono. Basta ignorarli e, infatti, di questi non leggete, né leggerete mai una riga sul Giornale.
Il problema è quello di sempre: troppo spesso gli eletti non sono all’altezza del loro popolo, senza la maiuscola ma con il cuore.
Fortunatamente, negli ultimi tempi, questa tendenza si sta invertendo e lo si vede nello spirito costruttivo degli interventi, anche di quelli critici e di quelli in cui ci si confronta duramente. Ma, quando ci si mette la faccia, quando si firma con nome e cognome e asterisco, anche gli scontri più feroci hanno una loro nobiltà.
Quelli che non hanno nobiltà sono quelli che minano il centrodestra dall’interno, con le mezze parole, con i pettegolezzi, con le dicerie (mai vere, mai confermate, mai significative), con le intercettazioni brandite come armi, con il forcaiolismo come unico elemento di giudizio. Con il malanimo o le questioni personali come unico metro politico.


In questo momento, vista l’inesistenza di un’opposizione costruttiva degna dell’aggettivo (e anche del sostantivo, se è per questo), l’unico male al popolo moderato può venire dal suo interno. Dagli untori. Da chi avvelena i pozzi, anche se sono i suoi pozzi.

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