«Dai 50 treni superveloci lavoro per 1.500 persone»

RomaRoberto Tazzioli, presidente e ceo di Bombardier transportation Italy, si è detto «orgoglioso» per la commessa che prevede la fornitura di 50 nuovi treni ad Alta Velocità indetta da Trenitalia e vinta da Ansaldo-Breda-Bombardier. Quando avverrà la firma?
«Dall’affidamento del contratto, in base alle regole, abbiamo trenta giorni per fare avere a Trenitialia tutta la documentazione sui titoli che abbiamo dichiarato. Visto che l’affidamento risale al due agosto, probabilmente verso metà settembre».
Sono uscite stime diverse sul valore della commessa. Conferma i 1,5 miliardi di euro?
«Il valore complessivo è indicativo, noi abbiamo offerto 30,8 milioni a treno, per cinquanta treni, sono più di 1,5 miliardi».
Che tipo di treni fornirete a Trenitalia?
«Rispetto agli altri, ad esempio Freccia rossa, dove c’è una locomotiva che ha tutta la potenza e le carrozze che vengono trainate, il nostro sarà un treno più corto, circa 200 metri, e a potenza distribuita. I motori si trovano lungo tutto il treno, che sarà proprio per questo di peso inferiore rispetto agli altri».
Con questo sistema riuscirà a raggiungere la velocità commerciale che avete dichiarato, 360 chilometri all’ora con punte di 400?
«Sì, è un treno ad altissima velocità, ma anche ad altissima accelerazione. Siamo arrivati a 0,7 metri al secondo quadrato rispetto alla media degli altri treni ad alta velocità che è di 0,5 metri al secondo».
Che ripercussioni sull’occupazione avrà la commessa di Trenitalia?
«Abbiamo quantificato in 1.500 occupati, il numero di addetti necessari per tutta la produzione. Quanti di questi saranno nuovi posti di lavoro, ancora non lo sappiamo perché dipende dalla distribuzione del carico di lavoro tra noi ed Ansaldo-Breda».
Come sarà diviso il lavoro tra i due gruppi?
«Noi facciamo la catena di potenza, cioè pantografo, propulsione e carrello; Ansaldo-Breda la cassa interna».
Quando arriveranno i primi treni?
«Il contratto prevede che siano tutti consegnati tra trenta e cento mesi dopo la firma del contratto. Non c’è un vincolo sul primo treno, il baricentro delle consegne sarà comunque intorno ai 75 mesi. Faremo due o tre treni e poi, una volta ottenuta l’omologazione, andremo avanti con gli altri ad un ritmo di due treni al mese. Faremo l’omologazione in Italia per 300 chilometri all’ora e anche all’estero visto che è previsto che il treno vada in otto altri Paesi».
Che dotazioni ci saranno per i passeggeri?
«Dipende dal cliente, cioè da Trenitalia, ma il treno è predisposto per avere prese singole su ogni posto, sia Internet che elettriche, oltre a luci a led con comandi singoli».
Bombardier punta molto anche sul trasporto locale. Lei ha sostenuto che l’Italia è indietro. Come mai?
«Manca una programmazione e la crisi finanziaria non può sempre essere la giustificazione visto che ce l’hanno tutti.

In Italia bisognerebbe individuare i settori dove investire perché hanno un ritorno economico e il trasporto pubblico urbano, anche quello locale, è uno di questi. Per finanziare questi investimenti si potrebbe destinare una percentuale delle accise all’acquisto di nuovi treni. Oppure tasse di scopo, da fare pagare a chi va in auto. In Francia hanno fatto così».

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