Dai centristi al Pd, quelli che tifano per l’ex missino

RomaFini che dà fastidio a Berlusconi piace a sinistra, eccome. Può essere utile. E allora è facile dimenticare i suoi trascorsi missini, i tanti scontri e insulti per esaltarlo come campione di democrazia e laicismo. Anche gli ex amici dell’Udc sono ora più disposti a riallacciare un rapporto interrotto bruscamente alla nascita del Pdl.
«Diamo a Fini una sponda contro il premier», esorta il pd Enrico Letta su l’Unità. Una sponda «istituzionale», perché «la sua difesa del Parlamento va sostenuta, e anche in questo confronto muscolare con Berlusconi noi non possiamo assistere del tutto passivi». Per sfruttare gli attriti interni al Pdl, scommettere sull’«imbrunire del berlusconismo» e trasformare il Pd «da opposizione a alternativa di governo», Letta apre al dialogo con Fini e insieme con Casini.
D’altronde, solo il giorno prima il direttore del Mulino, Piero Ignazi, sul Riformista già prefigurava «una nuova forza politica guidata da Fini insieme all’Udc di Casini». E la definiva «una destra moderata, moderna, di stampo europeo che entra in conflitto con quella attuale». Lo scenario sembra «prematuro» a Letta, che però precisa come i veri antagonisti del centrosinistra oggi siano altri: Berlusconi e la Lega.
Anche Massimo D’Alema pochi giorni fa si è sbilanciato: «Mi farebbe piacere che Fini fosse il leader della destra democratica del Paese». E giù elogi a questo «autorevole esponente del Pdl», che «su molti temi importanti si è pronunciato con molta libertà, qualche volta persino esagerando» e «nel suo ruolo istituzionale sta dimostrando senso dello Stato». Poi, il complimento più importante, giunto ieri: «È molto diverso da Berlusconi. Ci legano valori comuni, come il senso dello Stato e delle istituzioni». D’Alema ha ricordato che è stato avviato un rapporto tra le loro fondazioni: «Io credo nella politica che è dialogo, che è ricerca di una convergenza per l’avvenire dell’Italia. Con Fini questo lavoro si fa bene». Ecco perché Gianfranco può essere «interlocutore». Il secondo che D’Alema indica è Casini, a capo di un’Udc che «ha maturato una frattura di fondo con il Pdl».
Di manovre dei centristi verso Fini parlano in tanti. Pierferdy potrebbe ritrovare l’antica amicizia con l’ex-leader di An, dopo anni di freddezza e mettere ancor più in difficoltà il Cavaliere? «Casini, prove di asse con Fini», titola La Stampa. E parla della grande attesa, agli Stati generali del Centro di Chianciano, per la «sorpresa» che potrebbe fare oggi il presidente della Camera. Fini è stato invitato personalmente da Casini, con toni affettuosi d’altri tempi. «Non stiamo cercando alleati - dice Savino Pezzotta -, ma guardiamo con interesse a tutto ciò che mette in movimento l’attuale sistema politico. Fini è interessante in questo senso, conferma cose che diciamo da tempo».
«Fini a quando. La marcia sul Pdl», titola Il Manifesto, dopo il discorso di Gubbio.

«Berlusconi risponda alle questioni serie poste da Fini», sfida la pd Anna Finocchiaro. Per Luciano Soro gli attacchi di Bossi «dimostrano la fragilità della maggioranza». E Luciano Violante condivide l’intervento di Fini sulla magistratura.

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