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"Dai media campagna furibonda. Ora il partito deve restare unito"

Tira dritto, Silvio Berlusconi, fedele al «ghe pensi mi» di tre settimane fa quando, al rientro dai vertici internazionali oltreoceano, trovò partito in ebollizione e agenda di governo semi impantanata. Il Cavaliere auspica maggiore coesione all’interno del Pdl; non cita mai e, anzi, quasi ignora il presidente della Camera; difende a spada tratta il lavoro di governo e maggioranza e inaugura la cosiddetta «operazione memoria»: ossia «far conoscere e divulgare le tante realizzazioni del nostro governo del fare contro le calunnie».
Il messaggio del premier viene lanciato dal sito forzasilvio.it e anticipato dal Tg1: motivo, questo, dell’ennesima polemica nei confronti del telegiornale diretto da Augusto Minzolini, accusato dalla sinistra di filoberlusconismo per aver dato la notizia. «In questi giorni sono riprese contro il governo e contro il Popolo delle libertà furibonde campagne mediatiche», dice il premier sul suo network ufficiale. Calunnie e furibonde campagne mediatiche che però per il Cavaliere non riusciranno a oscurare il lavoro dell’esecutivo «se il Pdl sarà unito attorno al proprio governo, coeso tra leader, dirigenti e popolo». Riferimento implicito ai troppi distinguo all’interno della sua creatura ma soprattutto alla fronda finiana. «I nostri avversari - dice il Cavaliere nel suo messaggio via web - sono maestri nelle chiacchiere, con le quali cercano di nascondere i loro demeriti e di oscurare il tanto di buono che abbiamo fatto in questi due anni difficili». Quindi occorre dar vita a una nuova strategia di comunicazione: «Ecco in anteprima il pieghevole che riassume le cose fatte dal governo - dice Berlusconi -: è il primo di una serie di materiali di comunicazione che distribuiremo a settembre nelle Feste della Libertà, a Gubbio, ad Atreju, alla Summer school di Magna Carta, ai banchetti dei Promotori della Libertà, ovunque sia possibile». Insomma, la parola d’ordine è proseguire nell’azione di governo, «governo del fare», contro le chiacchiere del politichese. «La forza del nostro stare insieme - insiste il presidente del Consiglio - è nella moralità del fare. Proprio per questo vogliono toglierci l’orgoglio di essere nel Popolo della libertà, motore principale del governo del fare».
Ostenta ottimismo, Berlusconi, seppur sia più che infastidito dal presidente della Camera e dai suoi fedelissimi che, quotidianamente, rilasciano dichiarazioni al vetriolo nei confronti del Pdl. Così, anche in serata, al termine del summit di palazzo Grazioli con i vertici del partito, il premier rassicura i cronisti sullo stato di salute del partito: «Tutto a posto, tutto perfetto nel Pdl». La linea è quella di minimizzare il continuo controcanto imposto dalla minoranza finiana, considerata ormai corpo estraneo al partito. Un’opposizione in più al Cavaliere che, qualche giorno fa, si sfogava con un senatore: «Mi attaccano su tutto, dicono che controllo il Paese con le mie tv... È assurdo, ogni giorno ci sono manovre e campagne mediatiche contro di me e a Murdoch nessuno dice nulla...». Già, il magnate australiano che per il premier gode di un vero e proprio stapotere tanto che: «Lui controlla quasi mezzo mondo - sarebbe stata la sua battuta -. Fa e disfa i governi in Paesi ben più importanti che l’Italia...».
Comunque Berlusconi non molla: nessun cedimento, nessuna resa, anzi: «Come mi ero impegnato a fare, ho ripreso in mano la situazione e sto lavorando con il consueto impegno». Il riferimento è sia al partito che all’azione dell’esecutivo. Due fronti aperti a cui si dedicherà l’intera estate come promesso anche a una ventina di parlamentari con cui ha cenato lo scorso mercoledì a un evento organizzato dal deputato questore Antonio Mazzocchi. «L’abbiamo visto sereno e determinato - racconta l’ex An Amedeo Laboccetta -. Ci ha assicurato che lavorerà tutto agosto e che metterà mano al partito per rilanciarlo, attraverso una maggiore organizzazione sul territorio». Non solo: «Ci ha pure chiesto di essere pronti per riunioni e colloqui anche durante l’estate e tutti noi abbiamo dato la nostra disponibilità». Avanti tutta, quindi.

E la metafora marina calza a pennello, visto il regalo che gli onorevoli hanno voluto fare al presidente: «Un timone d’oro grande quanto un’arancia con la scritta “Quando il timone è nelle tue mani la rotta è sempre sicura”», racconta Laboccetta. E il premier? «Era contento e ci ha rassicurato che continuerà a governare la nave chiamata Italia, perché questo vogliono gli italiani».

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