Dai rugbisti per imparare il gioco di squadra

Un giocatore di rugby che si prepara alla partita seduto sulla panchina dello spogliatoio, e un top manager in pantaloncini e t-shirt dopo mesi di lavoro da «16 ore al giorno» che gli sta seduto accanto. Difficile pensare che possano avere qualcosa in comune, invece sono due entità inserite in una squadra che devono far funzionare, pena obiettivo non raggiunto, pena, d’altra parte, partita persa. Insomma, il rugby letto a buon diritto come metafora del management. Lo sport di squadra per eccellenza, nel quale come si arriva “a meta” è importante tanto quanto “la meta” stessa, dove l’arbitro è sacro e dove non si insulta il compagno né tantomeno l’avversario, ha regole che si possono tradurre e ricodificare per un ambiente di lavoro. I primi a mettere in campo giocatori e capitani d’impresa sono stati gli stessi manager della squadra di rugby Arix Viadana, alle porte di Mantova.

Il Club accoglie circa 30-40 volte all’anno gruppi di manager da tutta Italia e li mette alla prova direttamente sul campo da gioco. È il primo team in Italia ad avere tentato un esperimento del genere, fino a costruire attorno al club una vera e propria scuola, organizzata con uno staff di docenti e materiale didattico.

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