Roma - Ovvio che lui dica: «Questo non è un disco di mestiere». Ovvio perché Questo sono io è probabilmente il miglior album di Gigi D’Alessio da un bel pezzo a questa parte. Ispirato. Essenziale. Suonato molto bene da fior di musicisti. E pazienza se qualcuno relega ancora questo cantante - testardo come pochi - tra i semplici fenomeni di costume, sapete quelli che, parlando di Napoli e napoletanità, si liquidano su due piedi con un commento scandalizzato o malizioso. Volenti o nolenti, Gigi D’Alessio sa comporre, sa suonare e ha un pubblico che lo seguirebbe anche a scatola chiusa. Meglio di così. Perciò lui, dalla sua villa hollywoodiana alle porte di Roma, parla sereno del nuovo album e di ciò che rappresenta: una confessione a cielo aperto sulla propria vita, quella che ha vissuto lui, mica quella raccontata dai pettegolezzi.
Ma come Gigi D’Alessio, vuole di nuovo che si parli di lei, del suo legame con Anna Tatangelo e di tutte quelle storielle che hanno intasato i rotocalchi per mesi?
«In realtà tutti hanno già parlato di me, tranne me. Mi è venuto spontaneo farlo».
Si è seduto a tavolino e ha detto: adesso vi spiego chi sono?
«Macché. Ho scritto tutti i testi delle canzoni in poche ore. Ero in fiume in piena, quello che mi veniva lo scrivevo».
Ci sono artisti che impiegano un’eternità per farlo.
«Mamma mia, non capisco quelli che dicono: ci ho messo quattro anni per registrare un disco. Oppure: per quella tale canzone ho pensato otto mesi. Ma dove? A me non capita così. Non credo che la lentezza sia un sinonimo di qualità. Anzi, penso che sia molto difficile essere facili, nel senso che la spontaneità e l’immediatezza sono caratteristiche molto complicate da raggiungere e mantenere in una composizione. Tutti sono bravi a prendere un vocabolario dei sinonimi e dei contrari e scrivere parole difficili».
Insomma, in quattro e quattr’otto ha scritto i testi. E poi?
«Ho pensato che il titolo giusto per l’album era: Questo sono io. Ogni parola rappresenta ciò che penso e provo: le gioie per i miei figli, la sofferenza per non avere di sempre di fianco Luca, il mio bambino più piccolo che sta a Napoli. E poi il grande amore per Anna».
Su questo si è detto di tutto.
«In Male d’amore racconto ciò che si prova ad avere accanto una donna così bella e molto più giovane. Un amore così fa crescere la paura di invecchiare e di non essere in grado di affrontare il futuro insieme».
Ma come, lei è già nonno. A 41 anni.
«E lo sono diventato a 39. Ma la mia nipotina Noemi è praticamente la mia quarta figlia... ».
Lei lo sa di dare un’immagine troppo perfetta per sembrare vera?
«Lo so. Tanti pensano che io sia un tipo costruito e molto furbo».
Pensano anche di peggio.
«Liberissimi. Ma quello che mi fa soffrire di più è che pochi mi considerano per quello che sono: un musicista. Uno dei pochi è Gianni Morandi».
Come lui, anche Gigi D’Alessio farà uno show in tv.
«Si chiamerà Questa sera stiamo a casa. Il 28 novembre e il 5 dicembre da Fiuggi».
Lei e la Tatangelo i padroni di casa?
«Più gli ospiti. Canteremo, duetteremo con Bocelli, forse Leona Lewis e Giusy Ferreri, una che mi sembra con le carte in regola. Sicuramente ci sarà Pino Daniele».
Proprio lui. I suoi fan l’hanno riempita di fischi al concerto di Napoli pochi mesi fa.
«Quasi quasi li capisco: c’erano state troppe frecciatine tra noi, spesso per colpa degli intermediari. Io e Pino sembravamo nemici anche se siamo nati a 100 metri di distanza».
Venite da quella Napoli che ultimamente ha fatto molto parlare. La spazzatura. La camorra.
«Sono temi complicati. Ma mi sembra che adesso lo Stato sia più presente a Napoli, che ci sia stato un segnale importante».
Roberto Saviano ha annunciato di voler emigrare per avere una vita normale.
«Mi dispiace tantissimo. Non lo conosco e non posso giudicarlo. Di sicuro mi sembra coraggioso».
Torniamo a Pino Daniele.
«Un giorno mi ha detto: "Ma prima di litigare, ce vulimmo per lo meno conoscere?". E così è nata un’amicizia disinteressata. I miei fan l’hanno capito, spero che anche i suoi possano farlo».
Tanto più che nel suo nuovo disco lui suona la chitarra
«E mi ha dato anche la canzone Sarai nella quale canto con Anna. Una cosa arrivata al 92’, quando il disco era quasi chiuso e io manco ci pensavo, a cantare con la mia donna».
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