Dall’Annunciazione alla Natività: i maestri dell’arte celebrano la fede

Quest’anno il Polo Museale Romano festeggia il Natale con una piccola, ma significativa esposizione, dedicata alla Natività e ad altri soggetti che preludono ad essa o vengono poco dopo. Otto dipinti e due sculture sono esposti a Palazzo Venezia (Sala Altoviti) fino all’11 gennaio 2009 nella mostra «Il Natale. Opere dalle Gallerie del Polo Museale Romano». Notevole, in particolare, è la «Natività» di Antoniazzo Romano (da Palazzo Barberini) o forse della sua bottega, una delle più importanti del ’400. Nel dipinto troviamo alcuni motivi di derivazione fiamminga, come la collocazione di Gesù sulla nuda terra, ripresa da un dipinto di Hugo Van der Goes. Umile, ma già redentore, il Bambino benedice la madre, che sembra conscia nella sua melanconia del destino del figlio. La presenza dei santi Lorenzo e Andrea, imitanti Cristo nel martirio, sono dovuti forse ai nomi dei committenti, mentre gli anemoni in primo piano alludono alla passione e morte di Cristo. Il dipinto, che Claudio Strinati giudica «di maestosa impostazione e solenne tessitura», colpisce per la soavità dei personaggi principali, disposti ai lati di una capanna, entro la quale si intravedono un bue molto naturalistico e la testa di un somaro. Il paesaggio circostante, dal rilievo brullo e petroso, si riempie di figurine di pastori, ai quali viene annunciata la buona novella da un angelo che appare in cielo. Questo dipinto può essere confrontato con il «Presepio» fortemente simbolico di Pellegrino Tibaldi, un grande olio su tela proveniente dalla Galleria Borghese, che presenta citazioni dal «Giudizio Universale» di Michelangelo. La Sibilla in primo piano e una serie di scritte profetiche in latino alludono alla nuova età dell’oro (papato di Paolo III Farnese), così come aveva già fatto la Sibilla Cumana al tempo di Augusto. Proviene dalla Galleria Spada una «Visitazione» di Andrea del Sarto, un solenne dipinto su tavola in cui i personaggi sembrano stare ognuno per conto proprio, indifferenti al «mistero gaudioso» di Maria, raffigurata mentre abbraccia la vecchia Elisabetta, che la riconosce come madre di Dio.

Dall’«Annunciazione» di Lorenzo Costa alla «Strage degli Innocenti» del ferrarese Scarsellino, ai «Re Magi» lignei della scuola di Fabriano, troviamo altre opere che ben si accostano al tema della nascita di Cristo in una sorta di campo di prova e paragone.
Orario: 9-19, chiuso il lunedì.

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