Politica

Dall’inflazione alla nuova Carta: tutto rinviato

nostro inviato

a Bruxelles

L’Europa? Rimandata a ottobre. Non ci sarà stato null’altro da fare, visti i mal di pancia di cechi e svedesi sul trattato di Lisbona dopo il no irlandese, e la registrazione dei contrasti tra francesi e tedeschi sui possibili interventi per ridurre l’esplosione dei prezzi, specie del greggio. Ma certo non è un gran segnale quello che parte da Bruxelles dove il summit dei capi di Stato e di governo – chiusosi ieri dopo l’ora di colazione – era annunciato come quello di «una risposta concreta agli allarmi dei cittadini».
La risposta arriverà, si è stabilito. Ma in un nuovo vertice a guida francese, programmato per il 15 ottobre. Nel frattempo si prende atto che proseguiranno le ratifiche di Lisbona (l’Italia dovrebbe farlo prima della pausa estiva) con un occhio di riguardo per Praga, dove la Corte costituzionale deve esprimersi sulla compatibilità tra regole Ue e nazionali. Anche gli svedesi, nel loro piccolo, pongono questioni: vogliono essere gli ultimi ad esprimersi. Cowen, il premier di Dublino, ha ripetuto poi che gli serve tempo, ma fra tre mesi dovrebbe poter dire sì alla richiesta degli altri (specie di Sarkozy che ha tenuto a ricordare come «non c’è due senza tre», visto che gli irlandesi avevano già bocciato Amsterdam e Nizza, prima di farli resuscitare con un ritorno alle urne) di un nuovo referendum che chiuda definitivamente la telenovela. Nel frattempo, niente nuovi ingressi. Neanche per la Croazia che era vicina al traguardo.
Ci si aspettava qualcosa di più sul fronte prezzi. Sarkozy ha ipotizzato il congelamento dell’Iva sul greggio ai 140 dollari a barile. Germania e Spagna hanno detto che non serve ed è controproducente. Maggiore attenzione ha sollevato l’ipotesi tremontiana di una Robin Hood tax sugli extraprofitti delle compagnie petrolifere, ma si è deciso di attendere l’appuntamento di domenica in Arabia Saudita (per la Ue ci sarà Gordon Brown) per verificare se i prezzi possano effettivamente calare alla produzione.
Di qui ad ottobre, comunque, Sarkozy – in qualità di presidente del semestre che parte l’1 luglio – e Barroso metteranno assieme una commissione di esperti che faccia il punto.

Mentre è stato affidato ai singoli governi il compito di provvedere alle urgenze di particolari categorie: per i pescatori si è fatto, per gli autotrasportatori è possibile, ma a patto che si tratti di interventi «limitati e temporanei».

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