Gianluigi Nuzzi
da Milano
Ancora qualche giorno e sarà pronto linvito che verrà notificato al Governatore Antonio Fazio per sentirlo sul presunto abuso dufficio nellinchiesta sulla scalata Antonveneta. Le domande che gli rivolgeranno il Pm Perla Lori e laggiunto Achille Toro nellufficio del capo Giovanni Ferrara verteranno su undici punti per sviscerare due grandi capitoli. Il primo filone: lautorizzazione richiesta da Banca Popolare di Lodi in febbraio per arrivare al 14,9 per cento che non portò ad alcun approfondimento da parte di Banca dItalia nonostante le segnalazioni Consob. Il secondo: lautorizzazione concessa per salire al 29,9 per cento quando Popolare di Lodi ancora «non aveva realizzato le misure necessarie per garantire una partecipazione al 14,9 per cento, così di fatto accelerando il "progetto unitario a esecuzione progressiva" dichiarato dalla stessa Popolare di Lodi di impadronirsi del controllo di Antonveneta, pur in assenza di reali garanzie». In pratica favorendola rispetto ad Abn Amro.
Fazio e la Vigilanza. Si parte dai rapporti tra Fazio e Francesco Frasca, direttore centrale dellarea vigilanza di Via Nazionale, con particolare attenzione a tutte le presunte omissioni datti dufficio compiute dal subalterno. Gli inquirenti vogliono capire se e perché non vennero verificate compiutamente le fonti di finanziamento indicate dalla Popolare di Lodi quando nel febbraio scorso presentò istanza di acquisizione del 14,9 per cento di Antonveneta. Altra domanda: come mai Banca dItalia si astenne dallavviare controlli e ispezioni dopo le segnalazioni Consob del 23 febbraio e dell8 marzo su considerevoli operazioni dacquisto e vendita di titoli Antoveneta tramite Popolare di Lodi, con riferimento diretto al pacchetto acquistato dai 18 presunti concertisti bresciani e lodigiani finanziati dallistituto allepoca guidato da Gianpiero Fiorani? Le notizie avrebbero dovuto spingere la Vigilanza di Via Nazionale ad approfondire questi possibili finanziamenti della Lodi, ad accertare i riflessi sul suo patrimonio e, infine, a verificare la veridicità di quanto fino ad allora comunicato a Palazzo Koch. Altra omissione, ed è il quarto punto, si sarebbe registrata secondo i Pm nella mancata verifica degli indicati e quindi attesi interventi da parte di Popolare di Lodi per migliorare il proprio patrimonio alla vigilia dellacquisizione del 14,9 per cento di Antonveneta.
Quinta vicenda cruciale nei rapporti Fazio-Frasca si registra nellaprile scorso quando in Via Nazionale arriva e viene accolta la richiesta di Bpl di incrementare la partecipazione in Antonveneta sino al 29,9 per cento in coincidenza col braccio di ferro con gli olandesi di Abn Amro. In Via Nazionale, sempre per laccusa, non si sarebbe notata lassenza di informazioni su diversi aspetti: dagli effetti patrimoniali dei nuovi criteri di calcolo introdotti dalla normativa europea sino agli asset patrimoniali. Una linea preferenziale di Banca dItalia, dopo aver negato ad Abn Amro di salire sopra il 20 per cento, sarebbe stata seguita tollerando almeno due situazioni che per gli inquirenti avrebbero dovuto invece portare alla revoca delle autorizzazioni concesse. La prima, quando doveva apparire evidente che Popolare non aveva rispettato né i tempi né gli impegni di ripatrimonializzazione assunti. Inoltre Banca dItalia avrebbe constatato anche che limpatto patrimoniale per aggiudicarsi una quota superiore al 20 per cento di Antonveneta era assai più rilevante di quanto previsto. Ma la Vigilanza non si mosse. Perchè?
Fazio e Fiorani. Laltro filone è quello più noto al grande pubblico essendo finito su tutti i giornali con le intercettazioni e i provvedimenti di fine luglio. Sei gli aspetti che interessano i magistrati. Il braccio di ferro tra il vertice di Banca dItalia e i funzionari Castaldi e Clementi che diedero parere negativo allautorizzazione allOpa e allOpas. I rapporti tra Fazio, i suoi familiari, Gianpiero Fiorani e i manager della Lodi; gli incontri tra Fazio e Fiorani a iniziare da quello del 5 luglio.
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