«Dall’omicidio Venturini a Biasotti ecco la mia passione per Genova»

«Dall’omicidio Venturini a Biasotti ecco la mia passione per Genova»

(...) testimonianza di affetto e stima a Sandro Biasotti e Gianni Plinio. «Sono convinta di prendere la residenza a Genova per poter votare Biasotti come presidente e Plinio come consigliere regionale. Perché amo la volontà che queste due persone mettono nel fare politica: mi dia retta non ce ne sono molti così».
Quali ricordi la legano a Genova?
«I ricordi di mio marito. L’amicizia con tante persone come Gianni (Plinio ndr) che ancora oggi sono amici veri. E momenti delicati come l’omicidio di Ugo Venturini»
Episodi che sfuggono alla memoria dei giovani
«Quell’uomo si sacrificò per mio marito: nel 1970 durante un comizio decise di intercettare una bottiglia lanciata per colpire Giorgio e l’assassino non fu mai scoperto. Tenemmo a casa nostra suo figlio e fino a qualche tempo fa il rapporto con la vedova fu continuo»
Si dice che Almirante fosse un precursore dei tempi
«Lo era. Era un politico che sapeva guardare al futuro e amava crescere i giovani».
Ricorda qualche annedoto particolare legato alla vita politica di suo marito?
«Visto che siamo a Genova ricordo quello che mi raccontò Plinio. Negli anni ’80 salì fino a Strasburgo per incontrarlo insieme a Bornacin: ce l’avevano per come gestiva il partito Ceso Giulio Baghino. Giorgio li fece parlare a lungo poi rispose ai due giovanotti “Sarà vero quello che mi dite, ma Ceso divideva con me il tozzo di pane quando non avevo da mangiare, davanti alla stazione di Milano nel ’46, e non tradisco la sua amicizia”. Questo è un valore trasmesso»
Mentre parliamo squilla il telefono: è Sandro Biasotti che chiama per salutarla. «Presidente, è sempre così bello?» scherza donna Assunta che continua «Lo sa che sto per cambiare residenza per poterla votare?». Dall’altra parte della cornetta Biasotti le offre il posto di presidente in sua vece, «No, no io la voto e basta. Mica ho voglia di avere da fare tutto il suo lavoro».
Ha criticato il Pdl però appare molto attiva
«Credo che la destra possa essere meglio rappresentata con un’identità più definita di oggi. Un percorso che si può fare anche nel Pdl, ma bisogna cominciare dal cambiare la legge elettorale permettendo alla gente di scegliere non solo il simbolo ma anche la persona»
Berlusconi o Fini?
«Se in questo paese c’è un pizzico di fiducia lo si deve a Berlusconi. L’unico che sa stare in mezzo alla gente anche se dovrebbe essere più aggressivo.

Di Fini preferirei non parlare, tra gli ex Msi mi lega un affetto particolare a Ignazio La Russa»
La sala si è riempita di 350 persone. Più una: l’ex magistrato Mario Sossi, ora in Forza Nuova, che ha contestato: «Ci siamo e remiamo contro il Pdl».

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