Dall'aerospazio alle «aragostiere» di Mochi Craft

Dall'aerospazio alle «aragostiere» di Mochi Craft

Come Sergio Leone con i western, come la sartoria partenopea con lo stile anglosassone, come Riva con i runabout americani da cui nacque l'ispirazione per gli Aquarama. Snocciola esempi lo yacht designer e architetto Brunello Acampora per spiegare com'è riuscito a inventarsi le lobster da diporto all'italiana partendo dalle aragostiere da lavoro del Maine.
«Noi italiani abbiamo nel dna la capacità di reinterpretare al meglio concetti propri di altre culture», dice quasi schernendosi, ma sa bene di aver riscritto un pezzettino della motonautica internazionale. Nato a Napoli, formatosi professionalmente alla scuola di Southampton e ispirato dal genio di Renato «Sonny» Leno, Acampora, classe 1966, è uno di quei talenti cui il Paese può guardare per uscire dalla crisi economica. Armato soltanto di passione, ha creato dal nulla lo studio Victory Design a Torino, patria del disegno industriale, con l'ambizione di occuparsi di barche a 360 gradi. Dopo essersi spostato a Roma e poi a Venezia, per seguire gli adrenalinici catamarani da competizione, oggi dirige a Napoli un team multidisciplinare che spazia da commesse aerospaziali all'arte a controllo numerico per la fresatura del marmo, pur mantenendo un core business di collaborazioni con prestigiosi marchi del diportismo quali Groupe Rodriguez, Azimut, Cantieri di Sarnico, Apreamare e Mochi Craft (gruppo Ferretti). Per quest'ultimo cantiere ha creato proprio la sua linea più nota, la Dolphin, che declina in salsa italiana la tendenza americana a riattualizzare solide barche da pesca, dando vita così a yacht che tengono il mare ma sono anche belli da vedere e soprattutto da vivere.
In poco più di dieci anni, modelli come il 51', il 74', il 44', il 64', il 54' e il 74' Cruiser hanno contribuito ad affermare sul mercato una nuova filosofia che rende omaggio alle tradizioni marinare senza rinunciare all'alta tecnologia. L'ultimo nato della gamma, il Cruiser 64', presentato lo scorso settembre, conferma la tendenza, ampliando spazi e luminosità pure in ambienti come la cucina, spesso invece sacrificata, e giocando con una tavolozza di colori pastello. Lo scafo è infatti disponibile in tonalità che vanno dal turchese al corallo, dall'acquamarina al giallo crema. «Sono le nuance dei gozzi di Sorrento e delle barche della mia infanzia a Capri», rivela Acampora.

A dimostrazione che dietro ogni eccellenza del made in Italy c'è un imprinting insostituibile di secolare saper fare.

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