Si intitola «Il sesso dell’insetto» ed è un racconto con pretese erotiche che Cesare Battisti scrisse per il settimanale «Amica» nel 1998. Nella biografia si accenna a «un passato nella lotta armata » e alla sua vita in Francia «come rifugiato politico». Proprio per le sue «doti letterarie» è diventato un beniamino della gauche francese. Leggetelo e dite: non meriterebbe un altro ergastolo?
di Cesare Battisti
La lente dell’occhio magico stira i tratti orientali del viso in filamenti sinuosi, aggressivi. Non come una vera gatta, fa pensare piuttosto all’espressione felina di un personaggio da cartone animato per adulti. È affascinante. E l’effetto della yoimbina è latitante. Colpa dei nervi, che quando ci si mettono non c’è droga che riesca a spuntarla. Leggera come una carezza la mano di lei si posa nella mia (...) Lo spacco della gonna scopre appena qualche centimetro di pelle in più. Ha gli occhi molto chiari, ma senza alcuna traccia di blu. Occhi limpidi. Si sta eccitando ne sono sicuro. Le donne quando si bagnano hanno un modo speciale di guardare il maschio (...)
Mi allontano scusandomi. In bagno ingoio altri due granuli. Lo specchio mi rimanda un viso inespressivo. Ne ingoio un terzo. Apro il rubinetto e attendo immobile. Nell’istante in cui smetto di pensare all’esito dell’ormai inevitabile prestazione sessuale, la droga irrompe nelle vene. Dolce sensazione di calore che dall’interno delle cosce risale, le natiche, il basso ventre, la bocca dello stomaco, le tempie, e poi ridiscende vertiginosamente inturgidendo ogni molecola del corpo. Forse ho ecceduto nella dose(...)
Non basta un corpo delizioso e una precoce abilità sessuale per dirsi scaltra, ci vuole ben altro per navigare in un mare di merda (...) Se volessi, in questo medesimo istante, potrei richiamare il mio autista, il cretino vanta dimensioni esagerate, e farla sodomizzare senza pietà. E io resterei a guardare, anzi no, mi masturberei per eiacularle su quella faccia da schiaffi (...) Inaspettatamente, mi spinge sul dorso e mi balza sopra come un fantino ansioso di cominciare la corsa, il sesso palpitante di lei mi inumidisce il ventre, obbligandomi a ricercare un’immagine disgustosa per evitare la frustrazione di un’eiaculazione precoce. Posso trattenermi se lei... Maledizione, lo fa apposta? Avesse evitato d’inghiottirlo precipitosamente tra le sue viscere ardenti. Nonostante tutti gli sforzi di concentrazione, esplodo dentro di lei. Ma tengo il colpo e continuo ad agitarmi come se fossi un forsennato, fino a che lei si inarca all’indietro, mugugnando come una bestia. Di donne che simulano l’orgasmo ne ho conosciute a iosa; al punto che fare la differenza tra la finzione e la realtà per me è ormai sinonimo d’insicurezza, di paranoia che lascio volentieri ai giovani maschi sulle panchine universitarie (...)
Qualcosa brilla nella sua mano destra. Improvvisamente si getta in avanti e quel qualcosa affonda proprio la dove prima aveva posato la mano. É impazzita! No, non sento dolore, appena un pizzico. Dev’essere un trucco, un gioco erotico che la stronzetta si è procurata in un sex shop. Come se avessi bisogno di simili espedienti per eccitarmi. Accidenti a lei, mi ha distratto e adesso non riesco neanche più a muovermi.
La voce... non ho più voce e queste lacrime che colano... Debbo reagire, respirare profondamente, ma perchè i polmoni mi rifiutavano l’aria? Perchè quel ghigno cattivo? No, non è possibile, vuole davvero masturbarmi? Oh, l’aria, avrei dovuto lasciare la finestra aperta. Ma che fa? Ancora quella lama... No, calma, se stesse davvero evirandomi sentirei il dolore, e poi continuo a sentirlo diritto. Anzi, se non fosse per questa fottuta afa glielo infilerei da tutte le parti. Ma questo odore è... sangue.
Adesso ci si mette anche il piede sinistro, cos’avrà da agitarsi tanto? Sembrano gli spasmi della morte, ma la morte è qualcosa di grande, di unico, non può arrivare così, con questo brusio assordante (...)
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