Si chiama G.D. è al suo debutto ed è un'anomalia. Perché è un grande vino bianco prodotto in un territorio celebre per i rossi, Barolo. Lo fa Damilano ed è uno Chardonnay in purezza da uve raccolte il 1° settembre 2015. L'affinamento è avvenuto in vasche di acciaio e in legno per un anno, e poi qualche altro mese in bottiglia. «Abbiamo voluto dedicare a Giacomo Damilano questo vino che è concepito per essere all'altezza del nostro Cannubi», dice Guido Damilano.
Un vino sontuoso, elegante, di frutti bianchi e lievi tostature al naso e in bocca potente e flessuoso, un vero pugno di acciaio in guanto di velluto. Se il progetto era quello di prestare a un bianco le stesse attenzioni delle etichette di Barolo e di attoenere un risultato all'altezza, possiamo dire che è pienamente riuscito.
Almeno per quanto abbiamo pututo degustare nel corso di un pranzo di degustazione nel ristorante di Carlo Cracco in via Victor Hugo, che il Masterchef si appresta a lasciare per andare in galleria.Nel corso del pranzo abbiamo potuto godere delle altre grandi etichette di casa Damilano: il Barolo docg Cannubi 2013 e il sempre strepitoso Barolo docg Riserva Cannubi «1752» 2010, dalla collina d'oro del Barolo.
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