Una «bolletta» da 78 euro per infrazione «50» e cioè sosta su marciapiede. Così il Comune di Genova, città dei diritti, ha «accolto» il sottosegretario Daniela Santanché che ieri sera ha fatto il pienone al Moody's in via XII Ottobre. Sala superiore gremita. Moltissime donne. Pochi in doppiopetto. Oltre 500 persone (rispetto al centinaio previsto). Più dei quattro ministri del governo Berlusconi che hanno visitato la città della Lanterna. Un successone tra applausi e strette di mano «rovinato» dalla multa firmata alle 18,55 da un cantuné. Giusta. Per carità. Giustissima, ci mancherebbe. Anzi, no. Perché il «van» di Gianni Plinio, il candidato «sponsorizzato» dall'affascinante Daniela, era sì parcheggiato sul marciapiede, ma non è un Opel bianco, come sottoscritto dall'agente municipale, ma bensì di colore argento metallizzato. Poi «Plinio-Pdl» era scritto a caratteri cubitali e a dieci metri c'era lì pronto l'autista a spostarlo. Vabbé. Eppoi il furgoncino era lì dalle 17. Come gli agenti della Digos. Possibile che nessun collega sia passato prima di quel solertissimo cantuné?
Capelli sciolti. Un filo di trucco. Un paio di anelli discreti. Un tailleur principe di Galles sul verdino con calzoni semiattillati e il gilet. Tacco alto quanto basta. Qualcuno, anzi, qualcuna, tra le signore, ha bisbigliato un «tacco di classe». Da Milano al Moody's non è arrivata scortata dalla polizia. E nemmeno sull'auto blu. Una volta in centro si è fatta lasciare in via Venti e ha percorso gli ultimi cento metri dribblando la folla e girando quasi da sola, e cioè accompagnata soltanto da Gianni Plinio dall'angolo del Mc Donald's.
Daniela Santanché arriva con oltre un'ora di ritardo rispetto al programma che doveva vederla alle 17 al primo piano del bar di via XII Ottobre. Sorride a tutti, ma non fa la star televisiva. È la star del popolo. Perché gli applausi scattano quando Daniela non è nemmeno arrivata al furgoncino di Plinio. Interviste con i giornalisti. Poi su per le scale dove qualche ora prima hanno pranzato operai, impiegati e dirigenti. È fra Plinio, Giorgio Bornacin e il caporedattore della redazione genovese del «Giornale» Massimiliano Lussana.
«Ci tengo a precisare il conflitto d'interesse - spiega Lussana - perché l'onorevole Santanché è la proprietaria della nostra concessionaria di pubblicità. Quella Visibilia che in poche settimane ha raddoppiato il fatturato». «Marta Vincenzi è aria fritta - dice Plinio - Daniela fa politica di classe». «Chiedo scusa per il forte ritardo. Non chiamatemi femminista - spiega Santanché - non voglio stare dietro agli uomini, ma nemmeno davanti. Voglio stare al loro fianco. Pari a loro. Tutto qui. Se voterete Biasotti e Plinio state sicuri che la moschea a Genova non si farà. Non vogliamo vivere in un Paese dove fra qualche anno si dovrà chiedere il permesso per fare il presepe. Formazione, lavoro, trasparenza e amore per la famiglia.
Applausi. Applausi. Applausi.
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