Danneggiata la lapide in ricordo di Valerio Verbano

La lapide di Valerio Verbano data alle fiamme l’altra notte a Roma, proprio sotto la casa del giovane ucciso 27 anni fa dai Nar, arriva un mese dopo le scritte Br sulla nuova sede dell’Associazione dei Fratelli Mattei, i due figli del segretario missino della borgata Primavalle arsi vivi in un attentato incendiario. Per quelle scritte, comparse a pochi giorni dall’inaugurazione della sede dell’associazione celebrata assieme dal sindaco Walter Veltroni e dal segretario romano di An Gianni Alemanno, come ieri per l’oltraggio alla memoria di Verbano, fu generale lo sdegno, la preoccupazione per i segni di una violenza politica che si pensava ormai lontana e torna, invece, sui muri di Roma, oggi come negli anni Settanta.
E c’è di tutto sugli oltre 300mila metri quadrati di scritte che, secondo dati dell’Ufficio del decoro urbano del Comune di Roma, che ha istituito anche un numero per le segnalazioni dei cittadini, sono stati cancellati in tre anni e 50mila metri quadrati solo nel 2006. Così, nell’ottobre scorso, sono comparse svastiche e scritte naziste in via Tasso, a due passi dal Museo della Liberazione, la famigerata prigione dei nazisti a Roma. «Un segnale di grande inquietudine», secondo Massimo Rendina, presidente dell’Anpi di Roma, così come le scritte antisemite e fasciste sui muri limitrofi ai licei romani Giulio Cesare e Buonarroti, che gli stessi studenti hanno aiutato a cancellare.
A colpi di manifesti si è combattuta anche la «battaglia» sulle foibe tra Azione Giovani e Rifondazione comunista accusata appunto di aver affisso in città manifesti negazionisti. E mentre all’Esquilino, il quartiere per eccellenza multietnico della capitale, sono comparse scritte contro il sindaco e la comunità cinese, anonimi sono arrivati ad attaccare Filippo Raciti, l’ispettore capo della polizia ucciso durante i disordini allo stadio di Catania, come è avvenuto, a febbraio, a Casal Bruciato. Ma i sintomi di una tensione sociale che a tratti riaffiora si avvertono non solo sulle scritte sui muri. Rimandano a un clima di violenza e intimidazione gli attentati con esplosioni nella sede romana di Forza nuova, e all’emittente Radio Radio e particolare preoccupazione destano gli attentati alle sedi politiche dei partiti democratici, come è avvenuto, il 10 gennaio scorso ad una sede del Pri «un atto ignobile - l’ha definito il sindaco di Roma Veltroni- che offende tutta la città».
Il danneggiamento della lapide di Valerio Verbano - secondo Giancarlo Miele, coordinatore di Forza Italia Giovani del Lazio - un atto molto grave che merita una ferma e dura condanna. Nel giro di pochi mesi - ha aggiunto - arriva l’ennesimo segnale di un clima di intolleranza politica che si sta riaffacciando sulla Capitale.

Invitiamo pertanto le forze politiche e le istituzioni a non sottovalutare questi atti spregevoli che sono nient’altro che la manifestazione di un disagio giovanile che a Roma si sta diffondendo e che l’amministrazione di centrosinistra non fa nulla per arginare. Sarebbe ora che con senso di responsabilità si affrontasse questo problema piuttosto che aspettare il prossimo atto di violenza senza fare nulla».

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