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Dante mandò all’inferno il suo prete per un fico

Dante mandò all’inferno il suo prete per un fico

Dante Alighieri litigò col parroco per colpa di un fico cresciuto nel giardino della sua casa fiorentina. La pianta danneggiava la recinzione della chiesa e ciò fu motivo di controversia tra la famiglia del poeta e il religioso. A testimoniarlo è un documento storico rintracciato dal presidente dell’Unione Fiorentina-Casa di Dante professor Silvano Fei, riconosciuto dantista, che lo ha reso noto a pochi giorni dalla riapertura della casa-museo. «Il testo - spiega Fei - racconta di una lite tra gli Alighieri e il parroco di San Martino al Vescovo per colpa di un fico che rischiava di rovinare la recinzione della proprietà della chiesa che si trovava dove ora c’era un cinema chiuso da anni». Secondo Fei «inoltre, sulla base di una planimetria di Firenze degli inizi del XIII secolo, si è scoperto che la chiesa aveva davvero un giardino». Oggi di quell’antico luogo di culto è rimasto un paramento in pietra al canto alla Quarquonia, cuore della Firenze medievale.

Al di là di questo antico fatto curioso, viene infine spiegato, tutto ciò dimostra la presenza dell’abitazione degli Alighieri nelle vicinanze dell’edificio conosciuto come casa-museo di Dante, ma realizzato nel 1922, un «falso» che il 27 settembre sarà riaperto al pubblico dopo tre anni di chiusura per lavori di ristrutturazione.

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