Chi non avrebbe desiderato farsi spiegare le cose della vita da Aristotele in persona? Peripatetici o nostalgici, l'idea di avere grandi maestri, di crescere alla corte di mecenati accreditati, è il pensiero dominante di chi rincorra l'eccellenza. Chi non sarebbe maggiormente sicuro dei propri mezzi se, a spiegargli il segreto del colpo di testa nelle piroette, fosse stato Rudolf Nureyev in persona? Meglio farsi sussurrare il segreto di un acuto perfetto da Renata Tebaldi che da un'insegnate qualunque, ancorché diplomata. Forse più facile carpire i tempi del palcoscenico da Eduardo che non sui tomi di storia del teatro o in qualche accademia di anonimi «saranno famosi».
Spesso è questione di tempo: quello che di solito manca ai grandi per accorgersi dei piccoli, quello che manca alle star per impegnarsi anche nella cura del «vivaio», da cui sperare escano degni eredi del proprio genio. Tempo, infine, storico perché spesso ci sembra che i grandi maestri appartengano ad altre epoche e per imparare da loro non ci resta che la fredda allure di un testo, un video, un'incisione. Cimeli di un epoca modernissima che non riusciamo ad afferrare che per lacerti.
Ora qualcuno, che il tempo lo misura per professione, ha però fatto incontrare i grandi con i piccoli, il tempo del passato, pur recente, con le possibilità del futuro. È Rolex con il suo programma «The Rolex Mentor and protégé», giunto al suo quinto ciclo di lezioni. L'idea è semplice perché avere buoni maestri nella vita, in fondo, aiuta sempre. Ed ecco allora che, pur ad un numero ristretto di fortunati allievi, viene data la possibilità di essere seguiti da un grande maestro, un mentore calmo, dal curriculum indiscutibile, che ti prende per mano e ti conduce verso la strada giusta, possibilmente la stessa da lui percorsa; quella che per l'appunto conduce al successo. Fin dal 2002, anno d'istituzione del programma «mentore - allievo», sono stati sei i campi d'azione selezionati da Rolex: danza, musica, letteratura, arti figurative, teatro e cinema. Eccezion fatta dunque per la più moderna arte della celluloide, le materie sono quelle classiche di «eliconia memoria», come appunto le Muse ispiratrici domiciliate sul greco Monte Elicona. Questa volta però Euterpe, Calliope, Tersicore e compagne hanno meno lavoro del solito: ispirare sì, è importante, ma poi a coltivare il genio penseranno maestri del calibro di Brian Eno, e Trisha Brown, tanto per citare i due «prof» che, per musica e danza, sono stati scelti come docenti per il prossimo ciclo del programma al via ufficialmente fra un mese. I «prof», selezionati a Ginevra lo scorso dicembre avranno infatti tempo fino all'inizio dell'estate per selezionare i loro pupilli, pescando fra un rosa ristretta - circa 30 candidati - di finalisti proposti da sei giurie internazionali che hanno esplorato il mondo delle arti a caccia di giovani promesse. «Siamo grati agli artisti che ci fanno dono del proprio tempo - ha spiegato Bruno Meier, amministratore delegato di Rolex - : solo così possiamo offrire ai nuovi talenti l'occasione unica di essere a contatto per un anno intero con un maestro della propria disciplina per crescere artisticamente ed intellettualmente». Va da sè che il programma non preveda solo la teoria ma sia anche concreto assai: «carmina non dant panem», da Mecenate a Pigmalione, il concetto è sempre stato chiaro. Per questo Rolex sosterrà anche economicamente i suoi «protégé» con una borsa di studio annuale di 25mila dollari, pari a circa 18mila euro, oltre che il rimborso delle principali spese e dei viaggi. Una bella spinta verso la rampa di lancio, sia Hollywood o l'Olimpo la metà agognata. Sei almeno le settimane in cui allievo e maestro lavoreranno gomito a gomito anche per preparare l'evento - un'esibizione, un'opera d'arte, un' incisione - che sarà il frutto di questa collaborazione e alla cui confezione Rolex destina altri 25 mila dollari.
«David mi ha ripetuto molte volte che dipingere è un mestiere da vecchi», ricorda Matthias Weischer, riferendosi al suo «maestro» David Hockney con cui ha studiato nel 2005. Dal canto suo il britannico Hockney, tutto Yorkshire e Pop art, trovava simpatia per questo ragazzotto che rideva ai suoi scherzi e non si faceva scoraggiare e alla fine dell'anno maestro ed allievo erano sicuri di una cosa: «Avevamo entrambi un amico in più», raccontano.
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