La danza di Parsons allo Smeraldo

Viviana Persiani

Questa sera, al Piccolo Teatro (Sala Grassi), melologhi di Marco Taralli tratti dal romanzo di Paola Calvetti Perché tu mi hai sorriso, accompagnati da musica dal vivo.
Sempre oggi, all’Elfo, debutta Fotografia di una stanza, testo e regia di Cesare Lievi, con Stefano Santospago; in una stanza due operai, un italiano e un extracomunitario, e una ricca borghese, toccano vari argomenti come il sesso, l’emarginazione, i sogni, le illusioni, la mancanza di affetto.
Domani, alla Sala Leonardo, Ugo Pagliai e Paola Gassman porteranno in scena Urfaust, di J. Wolfgang Goethe, prima stesura giovanile del suo famoso poema drammatico. Come spiega il regista Liberovici: «Mefistofele è il doppio di Faust. È Faust giovane, il Faust rimosso da Faust stesso. È il Faust che trascina Faust fuori dal suo studio e lo precipita nella passione e nella ricerca del senso del vivere attraverso il confronto con la vita e non con la sua sublimazione».
Martedì, all’Arsenale, prima de L’ultimo giorno di un condannato a morte, voce recitante di Luca Fusi; in un ambiente che ricorda da vicino un girone dantesco, lo spettatore vive l’attesa di un uomo che sta per morire perché «giustizia sia fatta».
Il 24, al Teatro Carcano, arriva un classico come Morte di un commesso viaggiatore di Arthur Miller, con Eros Pagni. Al centro della vicenda sta la famiglia Loman con Willy che nonostante i fallimenti personali non desiste dal convincere i figli sulla bontà dell’iniziativa privata. La moglie, Linda, intanto, cerca di far quadrare un bilancio, diventato tragico quando Willy viene licenziato. Un colpo da ko che porta a un sgretolamento della famiglia fino alla tragedia finale.
Domani, al Filodrammatici, prenderanno il via le rappresentazioni de Il comico e la spalla, di Vincenzo Cerami. Al centro della commedia il rapporto quasi fraterno che lega un comico alla sua spalla; un rapporto che va al di là di un sodalizio artistico ma che cela, come nei due protagonisti Alfio e Carmelo, «mille cose mai dette e silenziosamente sofferte, a cominciare dalla frustrante dipendenza di uno dall’altro».
Nuove ed avvincenti coreografie sono annunciate in occasione di Parsons Dance, spettacolo che segna il ritorno, al Teatro Smeraldo, da martedì, di David Parsons, uno dei più influenti, creativi ed eclettici coreografi di danza moderna dei nostri tempi. Nel programma, tre nuove creazioni: Shining Star, Wolfgang e Hush, con alcune fra le più famose coreografie di David Parsons come la celeberrima Caught.
Il 25, invece, al Crt-Teatro dell’Arte, va in scena Ubu c’è di Giancarlo Cauteruccio; è un omaggio al polacco Tadeusz Kantor e alla sua «Classe morta». In questa versione, una classe di irriverenti studenti, agisce dai loro stessi banchi scolastici utilizzandoli come protesi dei loro corpi volutamente marionettistici.


Sabato, infine, all’Officina, arriva il monologo C’era Dio a Treblinka? nel quale il signor Franz Stangl, uomo normale, onesto e scrupoloso, racconta di come divenne comandante dei campi di sterminio di Sobibor e Treblinka, nei quali morirono circa un milione di persone.

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