Darsena al Comune. Due ipotesi: porto o parco

Il Tar ha respinto ieri il ricorso presentato dalla società privata vincitrice dell’appalto per realizzare un grande parcheggio Il sindaco: "Al lavoro per restituire la zona ai cittadini". Per la navigabilità necessario valutare la tenuta fisica delle sponde

Darsena al Comune. Due ipotesi: porto o parco

Ecce Darsena! L’ex porto finalmente può tornare alla città: ieri il Tar ha respinto il ricorso promosso dalla Progetto Darsena spa, l’impresa che vinse l’appalto per la costruzione di un parcheggio subacqueo da 713 posti a rotazione e 303 box per residenti nel 2004, contro il Comune. Con la sentenza esecutiva il tribunale amministrativo rende valido il provvedimento di Palazzo Marino, che il 16 ottobre scorso aveva disposto «la decadenza dell’aggiudicazione con la conseguente risoluzione, per inadempimento del concessionario, della convenzione sottoscritta nel 2004» per la progettazione, costruzione e gestione del parcheggio pubblico in project financing. Ora il Comune ritorna proprietario dell’area del cantiere ed è già pronto a riqualificare l’area. Si respira un’atmosfera di trionfo e di sollievo tra le mura di palazzo. «è un giorno importante per Milano e i suoi cittadini - ha commentato Letizia Moratti -. Inizieremo a lavorare subito per restituire la Darsena alla città. La sentenza del Tar conferisce una vittoria importante all’amministrazione che si è spesa con grande impegno per riconsegnare quest’area, patrimonio storico della città, ai milanesi». Soddisfatto l’assessore ai Lavori pubblici Bruno Simini: «La sentenza corona così il lavoro di tanti mesi, premiando un metodo basato su chiarezza, trasparenza e rigore. Abbiamo atteso per mesi invano una soluzione progettuale accoglibile e alla fine siamo stati costretti a scegliere una soluzione radicale per il bene della città». Della Darsena ridotta a discarica a cielo aperto, si era interessata anche la Procura che nell’agosto scorso ha aperto un’inchiesta a carico dell’impresa per lo stato di abbandono in cui era stato lasciato il cantiere.
I soci della Darsena spa sul piede di guerra e annunciano il ricorso al consiglio di Stato per la prossima settimana: «Siamo delusi e sconcertati: noi avremmo regalato alla città un’opera da 38 milioni di euro, oltre a 220 posti di lavoro per tre anni per la costruzione dell’autosilo e 25 posti di lavoro nel parcheggio una volta ultimato - spiega Giuseppe Villoresi, vicepresidente della Darsena spa -. Il problema è che il Comune non ha mai risposto alla nostra proposta di riequilibrio finanziario. Ormai la guerra è dichiarata e faremo ricorso».
È arrivato il tempo di passare ai fatti: in attesa che la giustizia faccia il suo corso i tecnici del Comune hanno preparato un progetto di riqualificazione temporanea economica - l’investimento è di circa un milione di euro - e di immediata esecuzione. Il primo passo sarà la verifica degli argini: dopo tanti anni passati all’asciutto non è detto che le sponde siano ancora in grado di sopportare la massa d’acqua come un tempo. Da questa verifica palazzo Marino potrà dunque decidere se riempire completamente l’ex porto - ipotesi caldeggiata dall’assessore all’Arredo urbano Maurizio Cadeo: «La vocazione naturale della Darsena è porto» - o optare per la versione «asciutta» che prevede di riempire di acqua la parte del bacino verso piazza XXIV Maggio e lasciare a verde la parte verso piazzale Cantore.
Passerelle di legno permetteranno di attraversare il bacino d’acqua - o la vegetazione spontanea cresciuta negli anni, nell’ipotesi «asciutta» ma si potrà passeggiare anche lungo le sponde fino all’attracco della navigazione turistica nel Naviglio grande e sul lato di viale D’Annunzio.

Per rendere il luogo più piacevole verranno piantati alberi e arbusti e panchine, ma saranno installate anche edicole e bar. Intorno al mercato, che potrebbe essere rivestito da uno schermo a led, verrà costruito un pontile in legno.

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