(...) Proprio il Giornale aveva sollevato questo caso, ricevendo oltre a continue telefonate dei lettori una prima lettera dallEnel con la quale si spiegava che la società fornitrice di energia elettrica, come del gas e dellacqua, allegava alla bolletta la richiesta dei dati catastali solo perché obbligata dalla legge Finanziaria 2005. Una spiegazione che però non convinceva. Soprattutto perché la stessa Finanziaria specificava che «per i contratti in essere le medesime informazioni sono acquisite dai predetti soggetti solo in occasione del rinnovo ovvero della modificazione del contratto stesso». E soprattutto perché lAgenzia delle Entrate ribadiva il concetto in una circolare in cui scriveva «che qualora non mutino le condizioni contrattuali di fornitura del servizio, non è necessario che le aziende erogatrici richiedano i dati allutente ad ogni scadenza contrattuale». Di più, che la richiesta non era dovuta per i «contratti a tempo indeterminato».
Cosa significava questo? Che chi non aveva mai chiesto modifiche al contratto, magari sulla potenza erogata o sul cambiamento di intestazione del contratto, non avrebbe dovuto rispondere allEnel (e alle altre società che lo avessero richiesto) compilando lallegato modulo. Verissimo, ma cè appunto di mezzo il terribile «rinnovo tacito». Enel, ad esempio, negli anni passati sottoponeva ai clienti molti contratti a tempo determinato con rinnovo tacito. Il cliente stesso, di fatto non doveva ogni due anni rinnovare il contratto, bastava si limitasse a non disdirlo per avere un continuo rapporto con lazienda. Era, a quasi tutti gli effetti pratici, un contratto a tempo indeterminato. «In questo caso, la stessa Agenzia delle Entrate ha comunicato che costituisce vero e proprio "rinnovo contrattuale" anche il mero "rinnovo tacito" del contratto stipulato a tempo determinato - spiega Marco Zoppas, responsabile della pianificazione operativa gestione clienti di Enel - Dal 2000 stiamo cercando di trasformare questi contratti a tempo indeterminato proprio per ovviare a questi problemi».
Chi dal 2000 dunque non ha più cambiato contratto, né condizioni non è dunque soggetto alla comunicazione dei dati? Macché. «Purtroppo non abbiamo trasformato tutti i contratti da tacito rinnovo a tempo indeterminato. Lo possiamo fare solo con laccordo del cliente al momento di una modifica contrattuale - continua Zoppas - Abbiamo ancora circa 10 milioni di questi vecchi contratti solo di tipo domestico». Questo per quanto riguarda ad esempio lEnel. Perché dunque un cliente riceve la richiesta da Enel e non magari dal fornitore di gas? Magari perché quello del gas è un contratto a tempo indeterminato.
Di fatto ogni caso può essere diverso e ci può anche stare che un cliente riceva per errore i moduli da compilare, ma solo una verifica con la società interessata può sciogliere il dubbio. La confusione è tanta. E tra laltro ci sono anche di mezzo le minacciate e temute «multe» da 150 a 550 euro per chi non comunica i dati. Ma proprio per far fronte a questa situazione, la stessa Agenzia delle Entrate ha prorogato allaprile 2009 il termine per la comunicazione dei dati catastali.
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