Davide Fontolan è ancora quel tipo scoppiettante ed elettrico che scorrazzava per il campo. Gli anni sono 41, la sua storia allInter cominciò (1990) con un brutto infortunio, ma lo incoronò con uno svenimento. Fino a ieri gestiva una società per sofferenze bancarie (mutui e affini). Oggi ha avuto lilluminazione della lampadina: commercia vino. Ma cè vino e vino. Avendo cervello fino ed anche scarpe grosse, si è messo a girar lItalia per vendere il vino del centenario dellInter. Produzione e distribuzione in proprio. Si è detto: lInter ha 840 club con 90mila soci iscritti, 4 milioni e 850mila tifosi. «Vuoi che non me lo comprino? Ho un sito internet, produco vino dellOltrepò pavese per ogni palato, Barbera per gente tosta, Bonarda per delicatini fino al più importante Pinot nero. Etichetta nerazzurra o con la croce del centenario».
Insomma lInter è un affare, non solo di cuore. Ma Fontolino, comera soprannominato allora, si è sempre offerto alla causa. Si è rotto e lo hanno riaggiustato. «Passavo per quello sempre in infermeria, eppure sono 70º nella lista delle presenze». Giocatore universale, mai usa e getta se non per Hodgson che lo convinse a cambiare aria nel 96. Gli è mancato solo il ruolo del portiere. «Potrei provarci nella partita fra vecchie glorie. Però è vero: sono arrivato attaccante, poi diventato ala e terzino sinistro, anche ala destra. Ho giocato perfino da stopper, contro la Juve: espulso Bergomi, sono andato a marcare Vialli». Ma la sua storia è legata anche allo svenimento in campo durante la finale di coppa Uefa 94, lunico suo trofeo. Cosa successe? «Ero in tensione, giocavamo davanti a 85mila persone. Avevamo battuto il Casino Salisburgo allandata. Zenga parava e parava, ma finchè non ho visto il gol di Jonk, non mi sono sentito bene. Forse troppo: mi sono rilassato e svenuto. Diagnosi: calo di zuccheri.
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