Francesco Kamel
da Roma
Gianfranco Rotondi, segretario della Dc, lancia la proposta di «una lista ispirata al Ppe con Forza Italia, Udc e Dc».
Onorevole Rotondi, perché senza Berlusconi non farete alleanze con la Casa delle libertà?
«Noi come Dc siamo nati dopo le politiche: siamo quindi estranei alla Cdl. Ma siamo stati eletti tutti con il simbolo Berlusconi presidente. Se viene fuori una cosa nuova cade questo vincolo».
Come sono i rapporti col premier?
«Ci parliamo sempre. Ma Berlusconi ha un rapporto difficile con Casini. Il mio timore è che quando lo recupererà a un passo delle elezioni ci abbandonerà di nuovo».
Cosa vi differenzia dall'Udc?
«Casini e Follini vogliono fare qualcosa di diverso rispetto alla Dc. Stanno in unottica post democristiana. Noi invece stiamo dentro la storia democristiana, convinti che possa ricominciare. Inoltre, rispetto all'Udc, cè un punto di osservazione diverso. Sono infatti convinto che la nostra ora verrà tra dieci anni o più, mentre Casini pensa che la sua ora sia scoccata adesso».
Perché puntate su Berlusconi?
«Se non c'è Berlusconi non c'è nulla che possa resistere alla dittatura della sinistra. Senza Berlusconi cosa resta? Che Polo sarebbe unendo camicie verdi, ex fascisti e avanzi della Dc? È roba che non sta insieme. Solo Berlusconi ci poteva riuscire e ci potrà riuscire ancora».
Si farà lalleanza tra Cdl e Dc?
«È un reciproco interesse. Il tempo che occorre a noi per riorganizzarci - una decina d'anni - è il tempo che Berlusconi può impegnare per governare ancora. Premesso questo, alle elezioni regionali a noi Berlusconi ha tirato un bidone. Quando Casini ha posto il veto, Berlusconi ci ha buttato a mare. Ma siamo sopravvissuti. Ci aspettiamo che la cosa si ripeta nel 2006. Ma non me ne importa nulla. Ci stiamo già attrezzando e in caso di un nuovo bidone presenteremo candidati in tutti i collegi».
Perché continua comunque a guardare anche al centrosinistra?
«Ammesso che la Cdl ci lasci fuori, non ho mai detto che sarei andato con l'Unione. Ho parlato al massimo di desistenza. Ma questa è una subordinata. La principale è che la Cdl si svegli e decida di combattere».
Che pensa del partito unitario del centrodestra?
«Mi pare che non ci siano le condizioni per il partito unico anche con An. È un problema culturale: Evola e Maritain, resuscitando, starebbero nello stesso partito? Un'alleanza con An si può fare. Quello che non si deve fare è un nuovo soggetto senza una cultura di riferimento».
E allora?
«Ho una proposta. Mettiamo in campo per le elezioni politiche una lista che abbia una novità rispetto a Fi, alla Margherita e a tutto il resto. Facciamo una lista dei popolari europei che si ispiri chiaramente al Ppe. Alla base ci sarebbe una chiara cultura politica».
Chi dovrebbe esserci?
«Forza Italia come asse portante, l'Udc, la Dc e singole personalità del mondo cattolico che si riconoscono in questa casa europopolare. Poi potrebbe esserci il ravvedimento della Margherita e di Mastella».
Crede che si possa fare?
«È una proposta concreta che tiene insieme una cultura di riferimento più una leadership indiscussa: Berlusconi».
E coi veti come la mettiamo?
«Sono l'unico che vuole stare dalla parte che perde. Molti scappano dalla casa che crolla, io invece ci vorrei entrare».
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