Destreggiarsi nei meandri burocratici del piano casa non è cosa da poco. I costruttori e i privati hanno spesso bisogno di una guida che li aiuti a interpretare le normative e a muoversi tra i vari cavilli tecnici. Da qui nasce l’iniziativa del Giornale e di Assimpredil. Il nostro quotidiano farà da tramite tra le domande dei lettori e i consigli degli esperti. Obiettivo: sciogliere i dubbi che rischiano di bloccare le richieste di contributi e gli investimenti. Ci siamo addentrati nelle articolazioni della legge con il presidente dell’associazione che rappresenta i costruttori, Claudio De Albertis.
Presidente De Albertis, la normativa sul piano casa è molto complessa. Quali sono i principali nodi da sciogliere?
«Chiariremo i dubbi interpretativi, nati fin dall’origine della legge, e i dubbi relativi al piano casa e all’approvazione del piano di governo del territorio».
Le due leggi si accavalleranno?
«Ce lo chiedono in molti. La sovrapposizione delle regola fa nascere tanti dubbi. Il pgt misurerà i suoi effetti nel tempo, il piano casa ha riflessi immediati».
Qual è uno dei dubbi più grossi dei costruttori?
«La normativa dice che se si abbatte un edificio industriale e lo si ricostruisce, si può procedere a un ampliamento del 35% della superficie. Solo se l’edificio è in una zona prevalentemente residenziale. Con l’approvazione del pgt non ci sarà più distinzione tra la zona residenziale e la zona industriale e quindi i costruttori ci chiedono chiarimenti su cosa fare. Sono numerose anche le domande sull’Iva e sulla fiscalità».
Cioè su come ottenere le agevolazioni?
«Sì, sia da parte dei privati sia da parte dei proprietari degli immobili».
Chiarire le perplessità sul piano casa vuol dire anche incoraggiare gli investimenti?
«Sì, ci auguriamo di rilanciare il mercato. La Regione aveva calcolato 5 miliardi di giro di affari grazie al piano casa. Non so se raggiungeremo una cifra del genere, ma solo arrivare a 2,5 miliardi sarebbe ottimo»
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