«No comment. Abuso di potere», sono queste le parole di Cristiano De Andrè all'uscita dal tribunale di Chiavari dove ieri mattina si è svolta l'udienza di convalida dell'arresto per lui e l'amica spagnola, Clara Lafitte, 34 anni, fermati domenica sera dai carabinieri di Santa Margherita con l'accusa di lesioni, resistenza e minaccia a pubblico ufficiale.
Il giudice Antonella Bernocco ha disposto per entrambi gli imputati la liberazione immediata, senza alcuna misura cautelare. I legali, Pamela Picasso del foro milanese per De Andrè e Laura Razetto del foro genovese per Clara Lafitte, hanno chiesto il termine a difesa con il rinvio del dibattimento al 18 settembre.
Scortati dalle autoradio dei carabinieri di Santa Margherita, De Andrè e la giovane spagnola, un'amica conosciuta da poco, si sono presentati in tribunale in abiti scuri, cercando di nascondere alle telecamere i volti, visibilmente provati dopo una notte nelle camere di sicurezza della caserma della cittadina rivierasca.
Secondo le dichiarazioni dell'avvocato Laura Razetto, la sua cliente non avrebbe rilasciato alcuna testimonianza in aula. La donna, che a quanto risulta fa uso di psicofarmaci, avrebbe dato al legale una versione dei fatti che non corrisponde con quanto riferito dai carabinieri. «Ci sono dei buchi di memoria nella ricostruzione della mia cliente - ha spiegato il legale -. Lei nega di essere stata al parco. Ma entrambi non erano perfettamente lucidi quando sono stati portati via dai militari».
Cristiano De Andrè, interrogato in aula, invece avrebbe definito l'episodio come un semplice diverbio tra due persone.
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