da Milano
Sorgenia, la società elettrica controllata per circa il 60% dalla Cir e per il 40% dallaustriaca Verbund, investirà 1,8 miliardi di euro, per arrivare nel 2010 a una capacità di produzione elettrica raddoppiata, ma con un indebitamento che raggiungerà 1,4 miliardi di euro. Per far fronte alla crescita i soci apporteranno mezzi freschi per 350 milioni di euro, senza ricorrere alla Borsa: «La quotazione non è un tema attuale» ha detto il presidente, Rodolfo De Benedetti.
Gli obiettivi del piano industriale 2007-2010 prevedono la realizzazione di quattro centrali a ciclo combinato, ciascuna da 770 megawatt, il completamento del repowering delle centrali della controllata Tirreno Power, la realizzazione di 450 Mw di centrali eoliche e investimenti (circa 120 milioni) nel settore fotovoltaico. Alla fine di questo ciclo di investimenti la potenza installata sarà di 4.600 Mw, contro gli attuali 2mila. Le vendite dovrebbero passare dai 10,8 terawattora a 19, con una quota di mercato intorno al 9-10%, con un fatturato di tre miliardi e un margine operativo lordo di 500 milioni.
Sorgenia punterà soprattutto sullo sviluppo dellelettricità, mentre il settore gas rimarrà sostanzialmente stabile, ha spiegato lad Massimo Orlandi. Così continuerà a vendere i due miliardi di metri cubi di gas che acquista dallEni, senza pensare a costruire rigassificatori come fa la concorrenza. In questo la società va controcorrente: tutti gli altri grandi gruppi energetici italiani puntano infatti su uno sviluppo della vendita di metano più che dellelettricità. Uno spazio importante verrà riservato alle fonti rinnovabili, eolico e solare in prima fila. A fine piano Sorgenia vuole arrivare a 500mila clienti, contro gli attuali 150mila, un traguardo che Orlandi ha definito «non impossibile».
Il piano di sviluppo parte da una base decisamente positiva: nel 2006 Sorgenia ha realizzato un fatturato di 1,9 miliardi di euro, in crescita del 56,4% sul 2005, con un margine operativo lordo che è salito del 118% a oltre 120 milioni di euro e un utile netto di 56,3 milioni (+93,5%). È salito anche lindebitamento, che è passato da 430 milioni del 2005 ai 602 del 2006, in seguito agli investimenti effettuati.
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