De Lorenzo: intensificare i controlli contro l’aumento dei tumori del colon retto

Ogni anno in Italia vengono diagnosticati circa 35mila nuovi casi di neoplasie colon-rettali. Si assiste ad un aumento di incidenza di questa neoplasia che raggiunge il suo picco nei soggetti sopra i 60 anni, senza differenze di sesso. Nella maggior parte dei casi, la diagnosi è tardiva poiché vi sono pochi sintomi. Negli ultimi anni, grazie ad un’informazione più adeguata, all’aumento delle diagnosi precoci ed ai progressi nel campo della terapia si è osservata una diminuzione della mortalità. Tuttavia, il tumore del colon rimane una patologia estremamente grave contro la quale la migliore arma resta quella di un’efficace prevenzione. «Ma i dati non sono confortanti – afferma il professor De Lorenzo, che in passato ha dovuto combattere contro un cancro al colon, presidente della Federazione di associazioni di volontariato (Favo) al servizio dei malati di cancro e delle loro famiglie – non solo sul fronte della prevenzione ma anche per quanto riguarda la disparità ancora molto forte che si verifica tra nord e sud d’Italia».
«Nel Mezzogiorno infatti – spiega De Lorenzo – su una popolazione residente in età da screening di 4,5 milioni, solo 50.858 persone sono state invitate a fare un controllo quindi solo l’1 per cento del totale e di questo hanno effettivamente fatto lo screening solo 15.550 persone. Al Nord, su una popolazione residente in età da screening di 6,731 milioni, ben 2,1 milioni di persone sono state invitate a fare un controllo e poco meno di 900mila persone hanno effettivamente effettuato lo screening».
Questi i dati in possesso della Federazione di associazioni di volontariato al servizio dei malati di cancro e delle loro famiglie, dimostrano che c’è ancora molto lavoro da fare nell’interesse della nostra salute. In questo compito le 570 associazioni di volontariato oncologico federate, alcune delle quali, come l’AISTOM, specificamente impegnate nella lotta contro il cancro al colon, possono svolgere un efficace ruolo molto importante attraverso tutte le associazioni collegate che si occupano di prevenzione.

«Le associazioni di volontariato - conclude il professor De Lorenzo - potrebbero dare un contributo prezioso alle regioni per superare i ritardi che si registrano nel nostro paese e soprattutto per sensibilizzare i cittadini a collaborare con le istituzioni per la realizzazione degli screening necessari per la diagnosi precoce, condizione indispensabile per elevare la percentuale di guarigioni».

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