Cronache

De Luigi racconta Benni in un bar sotto il mare

Mattatore in scena da venerdì al Teatro dell’Archivolto con la regia di Giorgio Gallione

De Luigi racconta Benni in un bar sotto il mare

Dario Vassallo

Un luogo dove può accadere di tutto, dove ciascuno di noi vorrebbe capitare, almeno una notte, per ascoltare i racconti dei suoi misteriosi avventori, assurde e improbabili storie di una ciurma di naufraghi del mondo, trascinati lì da una seducente e ammaliante sirena, prigionieri di un sogno fatto di fantasia e immaginazione, creatività e genio: è «Il bar sotto il mare», raccolta di racconti pubblicata da Stefano Benni nel 1987 che ritrova per la seconda volta la via del palcoscenico, merito ancora dell'Archivolto che dopo averne curato una riduzione teatrale nel 1992 allora affidata ai Broncoviz (Maurizio Crozza, Carla Signoris, Ugo Dighero, Marcello Cesena e Mauro Pirovano, ricordate?, tutta gente destinata a crescere) adesso lo riporta in scena in maniera affatto diversa.
Così come è inevitabile passando da uno spettacolo in qualche modo corale, tanti strumenti a lavorare su suggestioni diverse, ad una sorta di one man show di cui è protagonista Fabio De Luigi, in scena al Modena da venerdì prossimo a lunedì 23 gennaio e il giorno dopo ad Imperia, seconda tappa ligure di una tournée che andrà avanti fino a marzo prima di ricominciare in autunno.
«Riprendiamo 'Il bar sotto il mare' - confessa il regista Giorgio Gallione - con la benedizione dello stesso Benni che qualche anno fa vide in Francia e in Belgio attori che lo utilizzavano come una sorta di contenitore in cui inserivano altri suoi testi. La cosa gli piacque, tanto da volerla trasferire anche in Italia. Da parte nostra, erano anni che cercavamo di trovare qualcosa da fare insieme a De Luigi e questa idea ha fatto chiudere il cerchio. Rispetto ad allora alcuni punti in comune e tante differenze, oltre ovviamente ad avere un solista al posto di una band: il 'plot' di base è rispettato, con il protagonista che crede di vedere una signora che vuole suicidarsi buttandosi in mare senza sapere che in realtà si tratta di una sirena che lo condurrà in una dimensione sconosciuta e onirica. Cambiano invece i racconti che abbiamo preso anche da altri libri di Benni, come 'Terra', 'Ballate', 'Bar sport' e 'Stranalandia'.
In definitiva, un'antologia del raccontare, ma anche in qualche modo una miscellanea del teatrabile, come pure un esercizio di stile, ovvero il tentativo di rendere visibile quella continua stratificazione del racconto che lo spettacolo porta con sé».
A tutto questo vanno aggiunte le musiche di Paolo Silvestri (che per l'occasione ha anche composto due canzoni, 'L'aria dei Vip' e 'Ma che notte è?'), le scene di Guido Fiorato (un sipario di bicchieri, giochi luminosi con i neon, un bar convenzionale ma con situazioni sempre diverse per ciascun racconto narrato), la voce di Barbara Casini nel ruolo della sirena e ovviamente l'interpretazione di Fabio De Luigi: «È stata un'esperienza anche formativa - dice -, nel senso che sto provando cose per me inedite. Ci sono personaggi che un attore sa di avere nelle proprie corde e moduli interpretativi che invece in carriera ha usato di meno: qui la difficoltà sta nel fatto che non porto in scena caratteri ben precisi ma piuttosto entro ed esco continuamente dal racconto. Diciamo che mi sto mettendo in discussione e che mi diverto con fatica, ma l'importante è fare cose che ti piacciano e che speri possano piacere anche al pubblico».
Un divertimento che per De Luigi è sempre alla base delle sue scelte artistiche, sia che collabori con la Gialappa's ("è come andare al mare a Rimini tutte le estati, un appuntamento fisso, quando posso faccio un salto, se alla fine di questa tournée ricapita l'occasione per tornare a lavorare con loro bene, se no ci inventeremo qualcosa l'anno prossimo") o che sia il protagonista di 'Love Bugs' accanto a Elisabetta Canalis: «È come un fumetto, anche se diverso dal format francese al quale ci siamo ispirati e che era in pratica una striscia quotidiana di dieci minuti, mentre qui dura molto di più ed è strutturalmente più sviluppata.

Sta andando bene ma non so se parteciperò ad una terza serie».

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