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De Magistris: c’è un intreccio di poteri, ho le prove

Il pm di Catanzaro al Csm: chi mi vuole far tacere rifletta sul perché ho dovuto denunciare fatti gravi

De Magistris: c’è un intreccio di poteri, ho le prove

Roma - Prima di andare al Csm ha presentato il ricorso contro l’avocazione dell’inchiesta Why not, da parte del Pg di Catanzaro. È stato l’ultimo atto di protesta del pm Luigi De Magistris contro l’intreccio di poteri forti che cerca di impedirgli di indagare contro potenti come il premier Romano Prodi e il ministro della Giustizia Clemente Mastella, promotore di un’inchiesta disciplinare su di lui con richiesta di trasferimento urgente. Una protesta che rivendica di poter gridare anche in pubblico, attraverso i mass media, perché «i magistrati - dice - devono poter parlare in alcuni momenti». Il pm è convinto di non aver «violato il codice etico della magistratura». E gli appelli al silenzio per evitare una giustizia-spettacolo, l’ultimo del vicepresidente del Csm Nicola Mancino, che riguarda pure la sua collega milanese Clementina Forleo? «Piuttosto bisogna chiedersi - dice De Magistris - perché si è arrivati al punto di aspettare che un magistrato denunciasse pubblicamente alcuni fatti gravi, di cui molti erano a conoscenza».
È sera e il pm esce da Palazzo de’ Marescialli, dopo un confronto di oltre 3 ore di fronte alla I commissione. Lì ha dovuto rispondere a molte domande « a tutto campo» e spiegare molti fatti, sui rapporti negli uffici della Procura e sulle sue esternazioni su quotidiani e tv, ad AnnoZero di Michele Santoro, in particolare. «Sono serenissimo», ha detto entrando poco prima delle 16 al Csm. «Sono sereno, ora mi affido al Csm», ripete quando tutto è finito e sono passate le 19,30. «Non posso raccontarvi nulla nel merito. Ho riferito fatti e circostanze e mi sono riservato di produrre documentazione adeguata la prossima settimana». Lo farà entro il 10 novembre, per sostenere le sue dichiarazioni sulle «collusioni tra politica, imprenditoria e magistrati» e sull’«isolamento» in cui si è trovato nell’ufficio, amplificate dai mezzi di comunicazione. E presenterà anche atti trasmessi alla Procura di Salerno, dove è stato iscritto nel registro degli indagati per abuso d’ufficio, dopo lo scontro con il procuratore capo Mariano Lombardi. L’istruttoria della I Commissione dovrà stabilire se procedere ex articolo 2 per accertare un’incompatibilità ambientale che potrebbe portare al trasferimento, anche senza colpa, o se di tutto dovrà occuparsi solo la sezione disciplinare, che ha rinviato ogni decisione al 17 dicembre. Oggi saranno ascoltati il procuratore di Salerno Luigi Apicella, il presidente della Corte d’appello di Catanzaro e il presidente del Consiglio dell’ordine degli avvocati. Ma la decisione arriverà solo dopo l’esame degli atti che De Magistris ha preannunciato. Nella stessa giornata la III Commissione ascolterà Lombardi, anche lui sotto procedimento disciplinare, che ha chiesto autonomamente di essere trasferito. Oggi doveva esserci anche l’incontro tra De Magistris e il Pg della Cassazione per il procedimento disciplinare, ma per esigenze della difesa tutto è slittato al 7 novembre. Ad ascoltare il pm ieri, oltre ai 10 membri della I Commissione, c’erano altri 4 componenti del Csm, anche della VII Commissione, che si occupa dell’avocazione della Why not e di quella precedente detta Poseidone. Un’audizione «molto intensa, che ha approfondito diversi aspetti», anche per distinguere gli aspetti disciplinari dagli altri.

E all’uscita, De Magistris trova sulla piazza anche un gruppetto di fans con il cartello: «Resisti, l’Italia onesta è tutta con te».

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