«De Magistris con Vendola? Ma se lo chiamava Wanda Osiris...»

«Tu quoque, De Magistris, sei caduto tra le braccia di Nichi Vendola. E pensare che lo chiamavi Wanda Osiris». Carlo Vulpio, giornalista del Corriere della Sera ed ex compagno di strada dell’europarlamentare Idv sorride alla notizia della Santa alleanza tra il governatore pugliese e l’ex pm di Catanzaro che fece scoppiare il caso Why Not. L’idea di De Magistris lanciata dal Fatto quotidiano («Mettiamo assieme l’antiberlusconismo duro e puro, da Vendola a Beppe Grillo, dall’Idv al popolo viola») ha acceso mille lampadine e mille dubbi nella rete dei movimenti. «Mi stupisce questa sua idea, perché in campagna elettorale ha sempre sostenuto il contrario. E che cioè di Vendola non ci si poteva fidare, anzi. Sapesse quanti sms ho conservato...», dice Vulpio al Giornale, con la voce di chi è stato tradito.
Tra il giornalista del Corriere e il presidente pugliese c’è aria di guerra da quel lontano 2006: quando Nichi lo definì «mandante» di un finto attentato dopo un articolo su una discarica autorizzata in un sito archeologico e poi sequestrata. Vulpio aspettò la querela annunciata da Vendola. Che non arrivò. Mentre la sua controquerela finì insabbiata e archiviata, come si legge sul suo blog carlovulpio.it
Allora De Magistris aveva preso le difese di Vulpio, compagno di partito e di campagna elettorale, soprattutto nella «sua» Puglia (Vulpio è di Altamura). E il carteggio telematico via sms si era fatto sempre più fitto. Il «conio» dell’alias Wanda Osiris per Vendola è di Vulpio («Una sera mi definì giornalista d’avanspettacolo, e io mi vendicai via sms») ma De Magistris l’ha fatto subito suo. «Una volta mi ha scritto “domani sera attacco Wanda sull’acqua”», confessa Vulpio. Detto, fatto. De Magistris in effetti diede del «bugiardo» a Vendola sull’annosa questione della «privatizzazione» dell’acqua in Puglia. «La Regione Puglia - disse l’ex pm nel giugno 2009 - sta lavorando per la privatizzazione dell’acqua alle solite multinazionali, che non vogliono migliorare il servizio, ma solo fare affari e aumentare le tariffe per gli utenti. Io sono contrario». La replica di Vendola fu durissima: «Dice cose false, senza fondamento. È un bugiardo e non ha coraggio, quando l’ho invitato a un confronto pubblico non si è fatto vedere. Bisogna stare attenti e non avere la lingua biforcuta. Non si può fare l’estremista di sinistra nelle parate elettorali e comportarsi da uomo di destra quando si devono assumere decisioni».
Oggi che i due «bugiardi» si trovano sulla stessa rive gauche a contendersi i voti della protesta viola, e che la «bugia» dell’acqua privatizzata è stata ampiamente smentita dal ministro Andrea Ronchi, i movimenti sono in difficoltà, perché non sanno più a chi credere. Considerato che anche Antonio Di Pietro, da ministro delle Infrastrutture, firmò una proposta di legge delega al governo in materia di servizi pubblici locali, dove «l’affidamento diretto dei comuni a società esterne nella gestione dell’acqua», cioè quello che i movimenti spacciano per privatizzazione, avrebbe dovuto essere un’«eccezione motivata», con una «regolare gara destinata a privati che siano del mestiere».


«C’è una grande ambiguità di fondo - è l’amara conclusione di Vulpio - e soprattutto De Magistris ha accantonato il tema vero della nostra campagna elettorale: la separazione delle carriere e la questione morale nella magistratura». Oggi che l’Idv è formalmente il partito dei giudici, guai a parlarne.
felice.manti@ilgiornale.it

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