De Rossi: «Ora dobbiamo crederci»

Guardando le cifre, Ranieri viaggia già più velocemente di Mourinho: a parità di partite (29) il tecnico della Roma ha ottenuto 62 punti, tre in più del portoghese. E i nerazzurri sono ora a un passo, il campionato è decisamente riaperto. «Complimenti alla mia squadra che si sta togliendo grosse soddisfazioni – dice un raggiante Ranieri -. E pensare che a ottobre eravamo messi male, non riuscivamo a trovare il bandolo della matassa». Ora la serie di risultati utili è salita a quota 21, 15 vittorie e sei pareggi. «Era una partita importante e delicata, non per me, ma per tutta Roma, abbiamo fatto cinque mesi di sacrifici, di rincorse e di miglioramenti continui». Ha battuto Mourinho, non gli era mai capitato nelle tre precedenti sfide. «Ci siamo salutati in campo, sono andato alla sua panchina perché io ero padrone di casa e lui ospite, gli ho fatto i complimenti per la bella stagione che sta facendo. Ora non ci nascondiamo, ma siamo sempre un punto dietro, nelle prossime sette partite sono una gara di nervi».
Luca Toni ha deciso la partita, ma a sbloccare il risultato è stato Daniele De Rossi, uscito dalla contesa in anticipo: «Ho preso la solita botta alla tibia, per fortuna ho un parastinco in carbonio che mi protegge, però ho preso una bella botta. Sarei anche rimasto in campo, ma sarebbe stata una bestemmia quando in panchina c’è uno come Brighi. Il bacio al parastinco? C’è mia figlia ritratta. Quello allo scudetto? La Roma la amo troppo, viene subito dopo mia figlia.

Al titolo ci si deve credere, all’inizio ero molto scettico, ora sarebbe un delitto non provarci. Ma l’Inter è uno squadrone, hanno tutto, speriamo che la Champions possa distrarli. L’arbitro? Bravissimo, quest’anno c’è uniformità, possono sbagliare ma hanno gli attributi per prendere le decisioni giuste».

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