"De Sade", il killer era un sorvegliato speciale

Antonino Viola davanti al Gip per l’omicidio Blancato: "Solo una lite, tiravo alle sue gambe ma lui non si fermava...". Minacce a una testimone prima della fuga, il pregiudicato respinge l’accusa. La polizia trova l’arma in una fioriera

Antonino Viola era ben conosciuto al De Sade, cliente abituale. Pure troppo visto che, dopo una violenta rissa con un gruppo di marocchini per questioni di donne, non si sarebbe mai sognato di entrarci senza «ferro». Peccato che fosse sorvegliato speciale, con l’obbligo di restare a casa dalle 21 alle 7. Ma soprattutto peccato che quel «ferro» lui l’abbia poi anche usato contro un altro pregiudicato, freddandolo con sette colpi di calibro 9. Così non è stato difficile prenderlo: la sua latitanza è infatti finita a mezzogiorno al bar sotto casa.
Viola, 32 anni il prossimo 12 gennaio, vive con i genitori in via Ceva alla Bovisasca. Una testa calda, botte, risse, furti fin da quando era minorenne, quando appunto inizia a collezionare arresti e denunce per un po’ tutti i reati elencati nel codice penale. Ultimamente era fuori, anche se da «sorvergliato speciale» cioè con alcuni obblighi, come restare a casa dalla sera al mattino. «Ma sotto le feste dottore come si fa a non portare la ragazza a ballare?» ha spiegato al pm Giulio Benedetti, alla presenza del suo difensore Filippo Caccamo. Così sabato sera lo ritroviamo al De Sade dove verso le 5 del mattino incrocia Massimo Blancato, 34 anni, altro balordo di periferia, ladro, rapinatore e spacciatore. «Abbiamo litigato - spiega ancora Viola - e l’ho riempito di sberle». A quel punto gli addetti alla sicurezza separano i due e li invitano a uscire. «Una vola fuori me l’ho visto muoversi verso di me e ho tirato fuori la pistola» aggiunge l’assassino spiegando però come l’arma lui l’avesse portata solo per «legittima difesa» temendo alcuni marocchini con cui s’era azzuffato tempo prima. «Gli ho tirato i primi colpi alle gambe per fermarlo, lui ha continuando a venirmi addosso e allora ho alzato il tiro». Subito dopo avrebbe minacciato una ragazza bionda: «Tu non hai visto nulla»; quindi la fuga.
Dopo un po’ arrivano gli agenti che, raccolte indicazioni chiare sull’identità del killer, vanno a suonare alla sua porta. Viola non è rientrato, i poliziotti girano nel quartiere e dopo un po’ lo rintracciano al bar, duecento metri da via Ceva. Portato davanti al giudice, come detto, confessa tutto, fuorché le minaccia alla ragazza: «Non le ho detto nulla». Fa ritrovare l’arma, una Norinko di fabbricazione cinese, gettata in una fioriera sempre in zona. Resta sul vago sui motivi della lite: «Ma quale droga? Mai trattata, lo sapete bene.

Una lite, per cazzate...».
Il caso è chiuso dunque e con esso però anche il De Sade, a cui la questura ha tirato giù la cler. Due infatti gli ordini di sequestro: uno penale per consentire le indagini, l’altro amministrativo.

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