Deaglio sfida i pm: nuovo film sui fantabrogli

da Milano

Brogli due, la vendetta. Ci riprova Enrico Deaglio, aspirante Michael Moore nostrano di cui ricorda, se non la stazza, quantomeno l’ispida barba sale e pepe. Di sicuro, all’autore di «Fahrenheit 9/11» il direttore del Diario fa di tutto per assomigliare nella caparbietà con cui assembla tesi inquietanti e un po’ fantascientifiche e nella militanza giornalistica contro i geni del Male di questo secolo, George W. Bush e Silvio Berlusconi. Indomito e incurante del rinvio a giudizio per diffusione di notizie false e tendenziose dopo la pubblicazione del cortometraggio «Uccidete la democrazia», ecco già pronto per edicole e librerie «Gli imbroglioni», versione riveduta e corretta del presunto tentativo del leader della Cdl di falsare le elezioni dell’aprile 2006. La coppia Deaglio-Cremagnani non ha dubbi che il nuovo documentario sia in grado di squarciare finalmente il velo sulla «notte dei misteri» che avrebbe trasformato, con un prodigio di pirateria informatica, oltre un milione di schede bianche in altrettante preferenze per Forza Italia. Poco importa se i magistrati che indagano abbiano già ricordato a chiare lettere che «il meccanismo di procedura elettorale non è manipolabile perché la Cassazione proclama il risultato delle elezioni solo tramite cartaceo. E il cartaceo è impossibile da modificare».
Niente. «Gli imbroglioni», giura Deaglio durante la presentazione del film in un cinema milanese, chiarirà tutto grazie a documenti inediti e riservati su cui si fonda la sua inchiesta giornalistica. Lo scenario illustrato nel Dvd è degno del film «Matrix» e non mancano colpi di scena come la presenza, nel giallo, di oscuri funzionari informatici pronti a vendersi al Cattivo. Nella notte dello spoglio elettorale, tra il 9 e il 10 aprile del 2006, sarebbero avvenuti ben tre attacchi hacker al sistema del Viminale, per la sicurezza del quale era stato schierato il cosiddetto «Tiger team» di Telecom, ovvero il gruppo del quale hanno fatto parte esperti informatici ora in carcere nell’ambito dell’inchiesta sulle indagini illegali. I tentativi di violazione del sistema si sarebbero verificati nell’ordine: tra le 16 e le 17.30, tra le 20 e le 20.40 e tra la mezzanotte e dieci e la mezzanotte e quarantadue. Per condire il thriller, proprio come Michael Moore, Deaglio e Cremagnani utilizzano materiale di repertorio come, per esempio, le interviste all’allora ministro dell’Interno Giuseppe Pisanu, a Silvio Berlusconi, a Massimo D’Alema sull’esistenza o meno di brogli. I fatti dimostrerebbero che, per esempio, in Calabria e in Campania le schede bianche improvvisamente scomparse non hanno incrementato il risultato elettorale del centrosinistra ma quello del centrodestra.
Davanti al pubblico, i due autori non hanno lesinato delusione per una certa indifferenza che le loro inchieste riscuotono ormai da tempo anche negli ambienti del centrosinistra: «Anche dall’Unione - ha detto Deaglio - non arriva alcuna presa di posizione su questi gravi fatti e così resta solo Berlusconi a parlare di brogli. Credo che gli italiani abbiano diritto di sapere cosa è accaduto quella notte.

Sarebbe come se scoprissimo che qualcuno ha fatto dei prelievi con la nostra carta di credito. Non possiamo essere più affezionati ad una Visa che al nostro sistema elettorale». Forse la mente degli italiani è troppo distratta da altri prelievi, quelli fiscali.

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